Intervistato dai microfoni della Serie A Tim, Arkadiusz Milik si racconta dopo gli infortuni che lo hanno fermato e sembra essere pronto e concentrato per il mondiale con la sua Polonia ma anche per tornare in campo con il Napoli, per riprendere dal finale di stagione appena concluso.
Gli inizi: “Tychy è il luogo dove sono nato e che ho nel cuore, anche se sono cresciuto a Katowice dove mi allenavo e frequentavo la scuola”.
Il calcio in Polonia: “In Polonia il calcio è una delle cose più importanti, anche nella città dove sono nato, e quindi tutta la vita si concentrava intorno al calcio”.
La sua migliore qualità: “Il mio punto di forza nel gioco è sicuramente le testa! Nel calcio conta molto il corpo, ma ritengo che sia ugualmente importante la testa e credo che la mia mentalità, quella che mi hanno inculcato i miei cari e che mi permette di non arrendermi mai, sia la cosa più importante nella mia vita”.
Sul paragone con Lewandowski: “Non mi piace essere paragonato a Robert Lewandowski perché siamo due calciatori completamente diversi. E’ un calciatore fantastico ed è il nostro capitano. Si può dire che è la superstar della nostra squdra nazionale”.
L’arrivo a Napoli: “Quando sono arrivato a Napoli, ho chiesto immediatamente al tassista di essere portato al mare per vedere dei bei posti. Mi ha portato in giro per Napoli e mi è subito piaciuta molto. Ci sono tanti bei posti, specie al mare e quando c’è il sole. È molto bella!“.
Gli infortuni:“Ho rotto due volte i legamenti ma sono un ottimista e tutto è ancora possibile. Cerco di trovare sempre qualcosa di positivo ma le mie due contusioni oscurano, in qualche modo, i momenti positivi perché ne ho avuti qualcuno in meno rispetto a quelli difficili. L’infortunio è stato un momento duro della mia vita ma spero che i problemi di salute siano già finiti e adesso arriveranno i bei momenti”.
Sui campionati dove ha giocato e la Serie A: “Ho giocato in Olanda, Germania, Polonia e adesso in Italia. La Serie A è sicuramente speciale ma ogni campionato è speciale e con caratteristiche specifiche. Nella Serie A mi hanno impressionato molto gli aspetti tecnici e la tecnica, che è ad un livello molto elevato”.
Sul campionato e sul Mondiale: “Per la stagione e il Mondiale c’è ancora molto da fare. Ovviamente vogliamo vincere e giocare al meglio delle nostre possibilità. Ma nella testa di ogni calciatore c’è sempre il pensiero del Mondiale. Per la maggior parte di noi è come ‘il torneo della vita’ perché ogni calciatore può giocarne soltanto due o tre, massimo quattro, e di conseguenza è considerato il più grande ed importante evento calcistico del mondo e non riusciamo a toglierlo dalla testa”.
Per concludere: “Ciao a tutti i tifosi della nazionale polacca e del Napoli! Tenete le dita incrociate”.