È definitivamente terminata l’avventura di Loris Beoni sulla panchina del Napoli Primavera. Il tecnico aretino, chiamato a fine ottobre per sostituire Giampaolo Saurini e risollevare le sorti della squadra ultima in classifica, non è stato infatti confermato sulla panchina degli azzurrini nonostante sia riuscito a centrare l’obiettivo della salvezza.
Il suo contratto è scaduto e il club non ha provveduto al rinnovo. A poco sono valsi i 30 punti raccolti in 25 partite di campionato. La redazione di SpazioNapoli ha così contattato il tecnico cha ha raccontato le sensazioni vissute in questi mesi all’ombra del Vesuvio.
Questo post in breve
DELUSIONE PER IL MANCATO RINNOVO
“Per me è stata un’esperienza assolutamente positiva – racconta Beoni –. Mi sono trovato a mio agio ed ho trovato dei collaboratori eccezionali sia dal punto di vista umano, che professionale. Abbiamo lavorato tanto e abbiamo centrato l’obiettivo che ci eravamo prefissi. Non è stato semplice, ma lavorando duro ce l’abbiamo fatta“.
SOCIETÀ IMPECCABILE, MA STRUTTURE DA MIGLIORARE
Nonostante i buoni risultati non è arrivata la conferma, si aspettava qualcosa in più dalla società?
“Non mi aspettavo nulla di particolare. La società è stata presentissima in tutto il mio percorso. Il direttore Grava è stato spettacolare, ma non nominare tutti sarebbe un errore. Per quanto riguarda la mancata conferma devo ammettere che mi sarei aspettato qualcosa di diverso. Mi sembrava ci fossero tutti i presupposti per andare avanti, ma evidentemente era solo una mia sensazione. La società ha fatto scelte diverse, ma ne ha il pieno diritto“.
Com’era il rapporto con la dirigenza, e in particolare con Grava e Giuntoli?
“Non ho il minimo appunto da fare a nessuno in società. Ho avuto un rapporto ottimale di aiuto e confronto sia con il direttore Giuntoli, che con Pompilio e Grava. Loro tre erano i miei punti di riferimento. Poi ringrazio lo staff, si era creato un bel rapporto con tutti. Con il dottore De Luca, con i fisioterapisti, con Davide Iorio che ha lavorato con noi nella prima parte di stagione e poi ha avuto un atro incarico, restando comunque sempre al nostro fianco. Non posso dimenticare Giuseppe Randis, Carlo Frulio che era il nostro uomo tuttofare. Mi sono trovato benissimo e ho lavorato al massimo con tutti. Ho avuto sei mesi di napoletanità pura e con molta soddisfazione. Non ho nulla da rimproverare a nessuno e, anzi, forse era pure per questo rapporto speciale che si era creato che pensavo che il rapporto potesse continuare. È stato però scelto diversamente e lo dobbiamo accettare, fa parte del calcio“.
Si parla spesso delle strutture non proprio eccezionali di cui dispone il club, qual è la sua sensazione? Il Napoli ha bisogno di strutture diverse per il suo settore giovanile?
“Sicuramente questa è situazione migliorabile. Credo sia sotto gli occhi di tutti il fatto che una società come il Napoli debba avere strutture migliori, che possano raccogliere l’intera attività del settore giovanile. È una cosa risaputa, non lo scopro certo io. Dove e quando, però, non posso saperlo io“.
MEZZONI E GAETANO IL FUTURO, MA IN UN ALTRO RUOLO
Mezzoni e Gaetano convocati da mister Ancelotti per il ritiro precampionato di Dimaro. Quanta soddisfazione c’è anche da parte sua per aver aiutati questi due ragazzi a raggiungere questo prestigioso risultato?
“Mi sta dando uno notizia che non sapevo. Sono felice per loro! Una delle cose più belle che mi sono capitate in questi giorni sono state le chiamate di genitori di ragazzi che non giocavano mai, per ringraziarmi per la crescita che avevano avuto i propri figli. Una soddisfazione enorme, ma lo è ancor più aver saputo che questi due ragazzi sono stati convocati in prima squadra. Parliamo di due giocatori dalle caratteristiche diverse, ma che hanno potenzialità enormi. Se danno tutti se stessi per il calcio, potranno togliersi grandi soddisfazioni“.
Mezzoni inserito nella lista difensori da Ancelotti. Lei condivide questa scelta?
“Assolutamente si, ho sempre sostenuto che il suo futuro sarebbe stato quello da esterno in una difesa a 4 o al massimo a 5. Non nego che con noi spesso ha giocato da esterno alto a destra nel 4-2-3-1, ma lo schieravamo lì per necessità. Ribadisco che il suo futuro deve essere quello da esterno basso, ma è chiaro che ha bisogno ancora di lavorare tanto: deve lavorare su alcuni movimenti difensivi, ma ha tutte le potenzialità per poterlo fare.
Gaetano? Ha qualità tecniche importantissime. È un ragazzo con potenzialità enormi. Per necessità, parlandone anche con la società, l’abbiamo spesso schierato da punta centrale ma ritengo che probabilmente diventerà un ottimo interno di centrocampo. Abbiamo lavorato molto su questo aspetto, soprattutto nella seconda metà del campionato. Deve continuare a migliorare, ma credo che quella sia la sua futura posizione in campo. In cosa può migliorare? Sono ragazzi che non devono smettere di crescita. Gaetano in particolare deve migliorare nella fase difensiva, sull’intensità di gara e sulla continuità in partita.
Mi sento legato davvero a tutti, ma come spesso capita ci sono ragazzi già pronti e altri meno. Credo ci siano ragazzi che possano già provare a giocare in Lega Pro, ma dipende di altri fattori. Ho sempre detto ai miei ragazzi che senza lottare, nessuno di loro riuscirà a fare grandi cose“.
C’è un aneddoto che ricorda con piacere della sua esperienza a Napoli?
“Ci s0no tanti momenti importanti. L’ultima partita con la Sampdoria che ci ha dato la certezza della salvezza, così come la partita vittoriosa di Torino. Non nego che anche la sfida di Rotterdam con il Feyenoord (persa 3-2 con la conseguente eliminazione dalla Youth League, ndr), se fosse stata giocata con maggiore cattiveria avrebbe potuto garantirci il passaggio del turno“.
ANCELOTTI LA SCELTA MIGLIORE PER IL POST SARRI
È risaputa la grande stima che Sarri nutre nei suoi confronti. Com’è stato il rapporto tra voi in questi mesi?
“Ho dato la massima disponibilità, ma non ci siamo frequentati molto a Napoli. Lo incontravo il martedì a Castel Volturno dove avevamo un piccolo momento di saluti, ma niente di più. Il confronto maggiore l’abbiamo avuto quando la Primavera si è allenata a Castel Volturno con la prima squadra. Con Maurizio c’è sempre stata stima, ma la nostra non è mai stata una frequentazione assidua, né in passato né adesso. L’ho risentito al termine della stagione per salutarlo, ma tutto lì. Qualche volta, anche insieme al direttore Giuntoli e a Pompilio, ci siamo frequentati per parlare di alcuni ragazzi, ma parliamo di semplici scambi di opinioni, come è giusto che sia in una società tra allenatori di prima squadra e Primavera.
Sarri al Chelsea? Ce lo vedo bene. Spero che possa confermarsi anche in Premier League in modo da dare seguito all’ottimo lavoro svolto a Napoli. Ancelotti l’uomo giusto per vincere lo scudetto? Io dico che per sostituire Maurizio Sarri non serviva qualcuno che potesse proseguire il suo percorso tecnico-tattico. Ci saremmo trovati con un scopiazzamento che avrebbe portato solo confusione. Quindi la scelta Ancelotti è sicuramente quella giusta, non c’è la minima discussione. Una piazza come Napoli aveva bisogno di un personaggio di questo livello, altrimenti credo che la tifoseria avrebbe mal digerito la sostituzione di un tecnico come Sarri“.
LA CITTÀ È UN GRANDE RAMMARICO
Come si è trovato a Napoli e come si è inserito in città?
“Mi sono inserito molto bene nell’ambiente Napoli e nella squadra. Ho vissuto a Sant’Antimo e non mi sono goduto la città, d’altronde quando sono concentrato sul lavoro penso solo a quello. Però così facendo non ho dedicato spazio alla conoscenza di Napoli questa è una cosa che mi dispiace, ma avrò modo di rifarmi. Tutti mi dicono che sia una città bellissima da scoprire, devo tornarci al più presto per visitarla per bene.
Il mio futuro? Al momento riguarda la sistemazione del mio giardino (ride, ndr). Vediamo cosa succede, ma a questo punto credo che i giochi per le panchine siano già fatti, vediamo un po’. Mai dire mai.
L’ultimo consiglio per i giocatori? Ne ho dati così tanti che credo ormai siano stufi. Continuo a dirgli di lavorare, lavorare, lavorare. Il lavoro e la professionalità alla fine pagano“.
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Pasquale Giacometti