Si è conclusa a Bari, presso la sala consiliare, la prima conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis come nuovo proprietario della squadra di calcio pugliese. Il presidente spiega le ragioni che lo hanno spinto a investire nella società e quali profitti si potranno avere anche in chiave Napoli. Qui di seguito quanto evidenziato da Spazio Napoli.
“Sono sempre stato proiettato nel mondo dell’intrattenimento per via della mia famiglia che è sempre stata nel cinema. Mi sono avvicinato al Napoli in una situazione identica a quella del Bari. Dopo aver acquisito la squadra c’è stata una cavalcata fortissima di crescita fino ad oggi, in nove anni il Napoli è unica squadra italiana presente continuativamente in Europa.
Il Bari ha una storia rispettabilissima ed è un territorio che ho sempre amato, così come il Napoli. Se si intende il calcio come un’azienda si devono rispettare dei criteri di economicità. Siamo soci con i tifosi. Ci sono i tifosi da stadio reale e virtuale (sul web e televisioni). Dobbiamo essere vicini agli uni e agli altri. Dobbiamo rispettare le tifoserie, rappresentare entrambi i club, rendere l’ambiente stadio vivibile per famiglie e bambini. Portare profitti senza speculare sulla pelle di chi lavora.
Il Bari ha una storia molto lunga, 110 anni. In questi anni ci sono stati anni belli e brutti. Dobbiamo fare una rapida cavalcata per tornare in Serie A e fare in modo di ottenere cambiamenti sulla questione di non poter avere due squadre in Serie A”.
Il presidente ha subito rassicurato i più timorosi circa la possibilità di utilizzare il Bari come squadra satellite:
“Il Bari non sarà mai un’appendice del Napoli. Per evitare questo timore ho convinto in due giorni mio figlio Luigi, che non si è mai interessato di calcio, ad interessarsi del Bari per evitare che io possa inconsciamente pendere dalla parte del Napoli nelle mie decisioni future. Faremo il massimo, ma sempre slegati dal progetto Napoli. Sono due situazioni diverse”
Ho il grande difetto di credere molto in me stesso. Non faccio programmi di budget, ma non sono mai andato oltre le mie possibilità. Sono l’unico presidente al mondo che si fa cedere i diritti d’immagine dai propri calciatori. In Serie D, non essendo un calcio professionistico, ci sono delle forti limitazioni inerenti alle paghe. Con i diritti d’immagine possiamo convincere altri calciatori provenienti da altre Serie, quelle che contano, a venire a giocare qui”.
Ritornano le frecciatine a Sarri inerenti allo scarso utilizzo dei giocatori in rosa.
“Fare l’under 23 sarebbe molto utile perchè potrei mandare lì alcuni giocatori della prima squadra poco utilizzati, ad esempio l’anno scorso Rog e Diawara. Sarebbe ottimo anche a livello psicologico per questi giocatori, perchè si sentirebbero chiamati in causa”.
Com’è nata l’idea di acquistare il Bari?
“Mi sono detto perchè non fare una squadra del sud? Già c’è il Napoli, ma se io avessi anche un’altra squadra si cocretizzerebbe meglio questo discorso essendo anche politicamente utile per questo territorio, con imprenditori che lavorano per il bene del territorio e non solo per i loro guadagni. Il sud ha una potenzialità gigantesca inespressa che nessuno ha voglia di tirare fuori. Ognuno combatte per se stesso, individualmente, così non si otterrà mai nulla. Il calcio in Puglia è una rosa rara, bisogna riportare la squadra in Serie A cercando cambiare le regole del gioco e modernizzarlo affinchè possa appassionare tutti”.
Edy Reja avrà un ruolo nel futuro del Bari?
“A Edy Reja avevo dato il compito di supervisionare il reparto giovanile del Napoli. Gli ho poi proposto di allenare il Bari, ma ha iniziato a fare l’isterico. Nel caso in cui non accettase ho già delle alterative pronte”.
Dal nostro inviato a Bari Gennaro Arpaia.