Ieri all’Aviva Stadium di Dublino è andata in scena la prima amichevole internazionale del nuovo Napoli targato Carlo Ancelotti, contro il Liverpool di Jurgen Kloop (CLICCA QUI). Il risultato è stato impietoso, 5-0 a favore dei reds con gli azzurri che non sono mai entrati veramente in partita. La prima delle tre sfide europee che vedrà la squadra girovagare per il vecchio continente, ha trasformato i dubbi che c’erano in motivi di seria apprensione nonostante le scusanti da concedere ai partenopei.
DIMARO
Il Napoli appena la scorsa settimana ha concluso il ritiro di Dimaro e lasciato la Val di Sole. Negli ultimi giorni in Trentino, Ancelotti giustamente ha deciso di mettere un po’ di benzina nelle gambe degli atleti azzurri in vista di quella che si spera essere una lunga stagione. Come dichiarato a più riprese dallo stesso tecnico emiliano infatti, l’obiettivo principale del Napoli del prossimo anno è quello di ritrovarsi in primavera con ancora tutte le competizioni da giocare. Champions League, Serie A (ai vertici della classifica, ndr) e Coppa Italia.
Le gambe ieri erano pesanti dopo i tanti carichi di lavoro. Il Liverpool invece, complice l’imminente inizio della Premier League, è sembrato nettamente più pronto dal punto di vista fisico. Due squadre che andavano a due velocità troppo diverse per poter vedere una partita quantomeno alla pari. Un fattore poco considerato poi è che forse anche a parità di condizione battere questo Liverpool non è poi impresa semplice, la Roma dello scorso anno ne è l’esempio lampante. Dopo aver affrontato Gozzano, Carpi e Chievo ritrovarsi difronte a Salah e compagni non è certamente facile.
TRA DUBBI E SPERANZE
I dubbi che hanno accompagnato queste prime settimane del nuovo Napoli post Sarri ieri sembrano essersi trasformati in limiti da colmare quanto prima. Una grande squadra deve essere composta da una grande ossatura, questa deve essere rappresentata da uomini cardine in ogni zona del campo. Portiere, difensore centrale, un centrocampista e la prima punta. Questo l’asse che parte dai pali da difendere fino a quelli da attaccare come una grande colonna vertebrale sulla quale poi tutto l’architrave del gioco si regge.
Ad oggi l’unica casella pienamente coperta sembra essere quella del centrale occupata da Kalidou Koulibaly (nonostante i cinque gol subiti) che, come annunciato ieri dallo stesso De Laurentiis, ha rinnovato per altri 5 anni il contratto con il club azzurro (CLICCA QUI). Per il centrocampista ci sarà da lavorare ma potenzialmente gli uomini di valore non mancano certo. Bisognerà concedere del tempo a capitan Hamsik di entrare in certi meccanismi, e tempo ad Amadou Diawara di ritornare a giocare con continuità dopo un anno passato ai box. Per non parlare poi di Fabian Ruiz che anche ieri è sembrato tra i più in palla e Piotr Zielinski atteso dalla stagione della definitiva consacrazione.
LE DOLENTI NOTE
L’inizio e la fine. L’alfa e l’omega. L’uno e il nove. O, molto più semplicemente, il portiere e la prima punta. Spesso sono i ruoli più “soli” all’interno degli sport di squadra a decidere il destino di una stagione. Ad entrambi si chiede con un gesto di risolvere le partite. Uno con una parata che salva il risultato, l’altro con un guizzo per sbloccarla. Oggi però proprio in questi due ruoli il Napoli trova i suoi dubbi e le sue paure. Dopo l’addio di Pepe Reina accasatosi a Milano sponda rossonera, il Napoli ha dovuto colmare un grosso vuoto nel ruolo più che per l’aspetto tecnico per l’aspetto umano. Non è un segreto che lo spagnolo fosse il vero leader dello spogliatoio e il punto di riferimento per la maggior parte dei suoi compagni.
Il Napoli per sostituirlo ha puntato su Alex Meret, ma come si suol dire se la fortuna e cieca la sfortuna invece ci vede benissimo. Il giovane friulano, uno dei prospetti maggiori del calcio italiano nel ruolo e pretendente insieme a Gigio Donnarumma alla corona di Buffon, dopo due soli giorni di ritiro ha dovuto alzare bandiera bianca per la frattura dell’ulna sinistra. Non lo rivedremo prima dell’inizio del campionato. Al suo posto quindi, in questa prima fase, a difendere la porta azzurra ci penserà Orestis Karnezis. L’ex portiere di Watford e Udinese si trovava per la prima volta ad affrontare un avversario vero, visto che nelle precedenti sfide ha a stento subito un tiro in porta. Come visto il risultato è stato devastante. Il greco non si è mai fatto trovare pronto ed è colpevole in più di un’occasione. Pare però che il Napoli stia per mettere una pezza a colori. Sembra infatti essersi sbloccata la trattativa per portare Guillermo Ochoa a vestire l’azzurro. Fino al recupero definitivo e completo di Meret, il messicano potrà dare una grande mano sia in termini di esperienze che tecnici nella speranza che quella vista contro il Liverpool sia la peggior versione di Karnezis.
IL NOVE
Infine il nove, la prima punta, il bomber. Già lo scorso anno, il Napoli di Sarri è stato più solido in difesa ma meno freddo in attacco. Spesso le bocche di fuoco azzurre hanno avuto le polveri bagnate. Forse perché divenuto a tratti prevedibile o forse perché una volta trovate le giuste contromisure, Mertens non si è confermato più come il bomber da 30 reti stagionali. Oggi poco ci interessa. Sì, perché ad oggi il peso dall’attacco azzurro è sulle spalle di Arkadiusz Milik. Ancelotti, almeno di facciata, ha puntato tutto su di lui. Sarà lui a guidare l’attacco del Napoli la prossima stagione. Attenzione! Nessuno mette in dubbio il valore del giocatore che quando ha potuto, ha dimostrato ampiamente il suo valore. Il Napoli però ad oggi non può permettersi di avere un incognita in quel ruolo, un incognita che in 400 giorni ha rotto due crociati.
PAROLA ALLA SOCIETA’
Mancano poco meno di due settimane alla chiusura del mercato. Le rivali degli azzurri hanno condotto una campagna acquisti quasi perfetta per quelle che erano le loro possibilità. L’Inter ha aggiunto esperienza e carattere, il Milan il grande bomber e la Juve… c’è poco da aggiungere. Gli azzurri invece, partiti col botto con l’arrivo di Ancelotti, stanno ora vivendo una fase di stallo. I colpi Fabian Ruiz e Verdi sono sicuramente di pregevole fattura ma manca qualcosa. Manca il colpo ad effetto, quello che un vecchio uomo di cinema come De Laurentiis dovrebbe saper fare. Manca quel giocatore che fa venire la gente allo stadio, quello che fa vendere le magliette, quello che fa sognare. La società ha ancora tempo, può e deve fare qualcosa per regalare un sogno, una speranza: un goleador.
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ILARIO COVINO