Non sarà l’uomo in tuta e con il mozzicone di sigaretta appoggiato al labbro questa sera a dirigere la squadra. Sarri, il tecnico toscano che ha portato la sua eleganza in campo piuttosto che ostentarla nel look. Al suo posto ci sarà il re dei vincenti: personalità pacata e tranquilla in una piazza che freme dalla voglia di gridare dalla gioia e, sopratutto, di vincere.
DA SARRI AD ANCELOTTI: COSA CAMBIA
Da un romantico del calcio ad un affamato di titoli: Carlo Ancelotti è stato il sostituto prescelto ad intervenire su una macchina perfetta. Cambia profilo e filosofia il Napoli del nuovo tecnico: stasera inizia un nuovo nastro. Poche le new entry, i protagonisti sono quasi tutti gli stessi che però si ritrovano di fronte qualche cambiamento.
Ottimizzare e riordinare, sono le parole chiave di un nuovo ciclo dopo qualche vuoto lasciato a fine stagione, in seguito anche all’addio del perno dello spogliatoio e del campo Pepe Reina, e di Jorginho, l’interprete insostituibile volato in Premier League. Frequenti cambi di gioco e meno linee da seguire, non più schematizzazione e minore cura ai dettagli. Un’operazione non così semplice quella che Ancelotti si è ritrovato tra le mani: ha “stravolto” l’idea del “gioco di gruppo” di mister Sarri, apportando il metodo in cui prevalgono il singolo e le sue scelte individuali, fatte in base alle proprie qualità e modalità di stare in campo, di sviluppare il gioco.
Un’altra novità è la grande responsabilità del capitano azzurro, Marek Hamsik: quello di regista difensivo è il suo nuovo ruolo. Riuscirà nell’impresa?
Lasciarsi alle spalle i 9 goal subiti nelle amichevoli di questa estate ed iniziare con le parole del nuovo mister dette in conferenza alla vigilia di Lazio-Napoli: “Non sono mai stanco di vincere. Mi piace ricordare più le vittorie che le delusioni. La tifoseria aspetta da tempo di portare a casa qualcosa”.
Una manciata di ore al fischio d’inizio, occhi aperti al cambiamento e nel cuore lo stesso sogno. Caro Ancelotti, chapeau.
GAIA MARTINO