La “Napolimania” della tifoseria sempre insoddisfatta

Chiamatela “psicosi della vittoria/sconfitta”, chiamatala “psicosi a scoraggiarsi al primo momento di difficoltà”, chiamatela “psicosi da eterna seconda”. Ecco chiamatela come volete. Basta che la maggior parte della tifoseria riesca, finalmente, ad imparare che le somme si tirano allo scadere dei 90′ di partita, alla fine del campionato, alla fine del mercato e così via. 

Crescita della tifoseria

C’è bisogno di un’inversione di tendenza, di una vera e propria crescita una volta e per tutte.  C’è sempre chi inizia a rimuginare sul passato, agli acquisti che non sono arrivati a quelli che erano sulla lista e che non sono stati presi, o quelli che appartengono ad altre squadre e già solo per questo sono “forti”. È vero che il tifoso ha il diritto alla lamentela così come quello all’esaltazione, ma questo non fa altro che aumentare in alcune occasioni o in alcuni momenti della partita una tensione che non porta a nessun risultato.

È il momento di crescere, d’altronde se non ora quando? Avere la possibilità di essere allenati da Carlo Ancelotti già di per sé dovrebbe inorgoglire, sentirgli dire di essere soddisfatto di allenare questo gruppo dovrebbe già bastare per fidarsi almeno una volta ogni tanto. La vittoria contro il Milan, poi, non fa altro che evidenziare la sua mentalità vincente. Passare da un risultato di 0-2 al 3-2 nel giro di circa 30 minuti non è cosa da tutti, almeno per come lo ha fatto il Napoli. Cambi di modulo in corso d’opera tramite una lettura della partita perfetta. Iniziare con il 4-4-3 e trasformare con l’ingresso Mertens al posto di Hamsik in 4-2-3-1 ed ancora finire il match con il 4-4-2- con l’ingresso di Diawara al posto di Zielinski. Così come l’intraprendente mossa di inserire il giovane Luperto al momento dell’uscita di Mario Rui. Chi avrebbe puntato su un giovane che si mettesse alle calcagna di Suso? Quest’allenatore sì, ma bisogna anche dargli il tempo di disporre tatticamente meglio la squadra.  La difesa ed il centrocampo non hanno ancora preso le giuste distanze né un vero e proprio “filo di comunicazione”.

Questo è evidente, ma è proprio in questi momenti che ci si aspetta una crescita (solo intravista nella scorsa stagione) da parte del tifoso napoletano, sempre pronto alla critica facile e gratuita per poi gioire ed esultare un’istante dopo per una prodezza di un calciatore prima messo alla gogna. Tutto questo per quanto ancora si dovrà sentire? Piuttosto, per quanto ancora “dovremo ascoltare” un silenzio lungo 45 minuti da parte di entrambe le curve?

Napoli torna Campione

Crescere dal punto di vista mentale per cercare di remare tutti verso un’unica direzione, quella che tutti poco prima dello scadere dei 90′ cantano a squarciagola: “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna Campione”. Ecco, questa è la prima grande sfida da vincere per questa lunga ed avvincente stagione!

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