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Il Mattino – La prima al San Paolo: i controlli serrati all’esterno delle curve. Il silenzio e la gioia finale

L’edizione odierna de Il Mattino riassume quella che è stata la prima partita dei tifosi del Napoli al San Paolo:

“La maglia viene prima di tutto. All’inizio e alla fine sono soltanto applausi, perché il San Paolo non è ancora gremito e perché manca il nemico. De Laurentiis si era visto poco lo scorso anno a Fuorigrotta, ha ripreso da quell’abitudine: meglio tenersi lontano dal caos e dalla contestazione e godersi gli ultimi spiccioli di vacanza.

Il pre-partita dei tifosi

 Copione recitato alla perfezione anche durante il riscaldamento delle due formazioni. In assenza dell’interlocutore, occhi delle due curve puntati soltanto sui protagonisti: volano parolacce verso Gonzalo, applausi convinti e continui per Pepe Reina, che ringrazia i quattro settori dello stadio. Curve entrambe chiuse nel settore inferiore, la B si riempie prima, c’è un maggiore afflusso anche se ritardato rispetto a quella opposta dove prendono posto gli assessori Sgambati e Borriello: serratissimi controlli all’ingresso dell’impianto hanno rallentato l’afflusso della gente.

Il lavoro certosino dei poliziotti ha fatto in modo che nei due settori più popolari non facessero capolino striscioni con scritte provocatorie e offensive. Così, alle due curve inizialmente è toccato omaggiarsi simpaticamente e reciprocamente oltre che sottoscrivere il patto del non-tifo: Evviva la curva A, era scritto in curva B, messaggio all’incontrario dall’altra parte. Deluso chi si aspettava un ambiente difficile, caldo, comunque una presa di posizione forte contro la dirigenza azzurra dopo il botta e risposta infuocato dei giorni scorsi.

La partita dei tifosi

Circa quarantamila sugli spalti, concentrati sul debutto casalingo di Ancelotti e sui fischi da indirizzare a Higuain, che cambia maglia ma resta il traditore di sempre. Le fiammate iniziali di Hamsik e Callejon non hanno scaldato più di tanto il San Paolo: nonostante l’importante vittoria in casa della Lazio sette giorni fa, pronti via il termometro della passione non ha fatto registrare i soliti gradi.

Dall’inizio s’è percepita una strana sensazione, quasi di freddezza nei confronti della formazione napoletana: differenza abissale rispetto alla passata stagione quando era proprio lo stadio a dettare rimonte e vittorie. Curve in silenzio, quasi uno sciopero del tifo: nessuna protesta e zero cori, un silenzio assordante che diventerà boato quando il Napoli costruirà l’impresa con Zielinski e Mertens. L’improvviso gol di Bonaventura, unico lampo rossonero durante il primo tempo, ha raffreddato ulteriormente la tifoseria, innervosita dai troppi passaggi sbagliati dagli azzurri negli ultimi venti metri. E dalla strana direzione arbitrale di Valeri che è sembrato troppo tenero nel tollerare alcuni interventi dei milanisti ai limiti del regolamento.

Concentrati sul risultato, gli abitanti delle curve hanno prima risparmiato De Laurentiis, salvo ricordarsene quando la partita è ripresa dopo l’intervallo al raddoppio milanista. Ma si sa, il San Paolo è magico: finisce lo sciopero, urlano le curve, inizia la rimonta. Vittoria e trionfo: e chi se ne frega di ADL, parte il coro: «sarò con te, abbiamo un sogno nel cuore…”.

Articolo modificato 26 Ago 2018 - 11:11

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Scritto da
Giuseppe Annarumma