L’ex calciatore della Juventus e della Nazionale francese, Lilian Thuram, oggi in prima linea con la sua fondazione contro il razzismo e le discriminazioni, ha rilasciato una lunga intervista a Famiglia Cristiana parlando della questione educativa in Italia, non lesinando parole dure verso il Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Come mi troverei oggi nell’Italia di Salvini? Nel 2002 giocavo in Italia quando Jean Marie Le Pen arrivò al ballottaggio contro Chirac nelle elezioni presidenziali francesi. Io allora mi vergognai di essere francese. Mi dissi: come si può arrivare a questo? Oggi, se fossi italiano, proverei lo stesso sentimento. Troverei vergognoso vedere il mio paese rappresentato da un tale personaggio. Però non ci si deve fermare al sentimento della vergogna. Bisogna riflettere e impegnarsi per far cambiare le cose in maniera positiva.
Come procede il lavoro della Fondazione? Purtroppo mi invitano in tutte le parti del mondo. Dico purtroppo perché questo significa che ci sono tanti episodi di razzismo, perciò tante persone di buona volontà mi invitano a parlare contro le discriminazioni. Fra pochi giorni parto per il Perù, perché evidentemente questi problemi non riguardano soltanto l’Europa, poi andrò in Svezia. I motivi di preoccupazione sono tanti. Sono preoccupato prima di tutto perché, come è evidente, io sono un nero e so che il razzismo non è uno scherzo. Sono preoccupato perché il razzismo è sempre una violenza e tante persone di pelle bianca non si stanno rendendo conto quanto può essere pericolosa l’ascesa dell’estrema destra in Europa. Il primo atto del razzismo è dire che la presenza di certe persone non è legittima. È quello che oggi si dice nei confronti di tanti stranieri e il colore della pelle subito ti identifica come straniero.
Che cosa penso dell’Europa che vuole chiudere le sue frontiere? È la tentazione di dire: il mondo è nostro, soltanto di noi europei. È una tentazione pericolosa, come un mondo in cui i maschi dovessero comandare sulle donne e su tutti gli altri, decidendo anche per conto degli altri. Il razzismo nasce anche da queste chiusure, dalla volontà di non condividere le ricchezze del mondo. Sembra che l’immigrazione sia il problema maggiore dell’Europa, ma forse c’è tutto un sistema economico mondiale che va messo in discussione”.
Nel mondo del calcio c’è ancora tanto razzismo?
“Il calcio non è fuori dal mondo. Se c’è razzismo nella società lo trovi anche dentro gli stadi di calcio. Purtroppo il razzismo è una visione del mondo”.