Se non discutibile, francamente opinabile l’editoriale del collega Massimo Pavan sulle colonne del bianconero ‘Tuttojuve’. Con un titolo eloquente: “Ancelotti copia Allegri“.
Nell’analisi del collega bianconero, il riferimento è alla cosiddetta rotazione della rosa, un must per Massimiliano Allegri che, nel confronto triennale con Sarri, si è sempre trovato con gli uomini migliori in una condizione ottimale tra marzo e aprile, cioè nel momento decisivo per le sorti di un campionato, a differenza dell’ex tecnico del Napoli che, nonostante la costruzione di una macchina perfetta, ha sempre utilizzato tredici-quattordici giocatori. Cosa che Ancelotti invece sta stravolgendo: dando spazio a tutti i calciatori disponibili in rosa di modo da arrivare nelle fasi calde della stagione con tutti gli uomini in una condizione più o meno ottimale per il rush finale.
Non si capisce in cosa, però, Ancelotti dovrebbe copiare Allegri: la gestione della squadra, anche quando il tecnico di Reggiolo si è trovato a condurre club come Chelsea e Real Madrid, o anche il suo Milan, è sempre stata prerogativa del suo modo di lavorare, della sua capacità di gestire un gruppo al di là degli uomini e della qualità della rosa. Insomma il modo di allenare di Ancelotti, considerata la sua esperienza e gli anni di lavoro, si è evoluto ma senza mai copiare da nessuno. Francamente è difficile definire copione chi ha vinto, ovunque è andato, non solo un campionato o una Coppa Italia. A parlare bastano le tre Champions League, conquistate sul campo. E sempre con l’unico metodo: quello del leader calmo, capace di tirare fuori il meglio dai suoi.