Lo scrittore napoletano, Angelo Forgione, ha rivelato sulla sua pagina Facebook alcuni particolari sulle tensioni scoppiate all’interno della curva juventina, popolata da tifosi provenienti da ogni parte di Italia. Lo scrittore si è soffermato in particolare sulle discussioni sorte tra il gruppo napoletano “True Boys” e gli ultras torinesi che si identificano nel club “Tradizione“. I componenti del True Boys erano contrari a cantare cori offensivi contro i napoletani ma gli ultras della Curva Sud hanno ugualmente intonato slogan razzisti. Sono partite liti e minacce raccontate nel post dello scrittore.
IL POST:
“L’inchiesta “Alto Piemonte”, di cui si occuperà #Report il 22 ottobre, ha reso noti i rapporti tra alcuni dirigenti della società #Juventus, tra cui Andrea #Agnelli, ed esponenti della ‘ndrangheta piemontese, in particolare Rocco #Dominello, anche capo-ultra del gruppo “I #Drughi“, per la vendita di biglietti dei match allo Stadium attraverso il bagarinaggio.
Il processo penale che ne è conseguito ha prodotto la condanna di Saverio e Rocco Dominello per aver fatto da intermediari all’attività di bagarinaggio, mentre il processo sportivo ha portato a una squalifica di Andrea Agnelli per un anno, poi convertita in multa.
Un’informativa della Digos ha chiarito che i rapporti tra i vari gruppi della tifoseria organizzata della #Juve sono davvero aspri e conflittuali da anni, tra aggressioni, regolamenti di conti e infiltrazioni della criminalità organizzata. È un risiko che si disputa conquistando pezzi di curva, in un tutti contro tutti che ha trovato una sorta di tregua quando Rocco Dominello, utilizzando una certa diplomazia, si è accreditato come affidabile interfaccia tra i gruppi ultrà e la società. Ma ora Dominello è fuori gioco e ogni gruppo, evidentemente, cerca di guadagnare campo. In questo scenario si inserisce la faida scoppiata tra un giovane gruppo di tifosi #juventini, i “True Boys”, nati di recente in Germania e già con numerosi delegazioni in Italia e a Malta, e uno storico gruppo di juventini di #Torino del gruppo “Tradizione”. Motivo o, chissà, prestesto della guerra intestina, i cori razzisti contro la città di Napoli.
Prima del match Juve-Napoli i “napoletani” dei “True Boys” avevano chiesto ai “torinesi” di non cantare cori razzisti contro la loro terra, in nome del comune amore bianconero. Gli ultrà sabaudi se ne sono infischiati e hanno urlato ancora una volta «Napoli #colera» e roba del genere, finendo per far chiudere la curva per decisione del giudice sportivo. E così quelli dei “True Boys” hanno protestato, prendendosi una sorta di espulsione dalla Curva Sud da parte dei torinesi di “Tradizione”, autori di un comunicato sui social con il quale il gruppo è stato dichiarato “inesistente” e Salvatore, il referente di Casalnuovo di Napoli, il più impavido nel confronto-scontro, un “pulcinella”. Costui ha sfidato i “torinesi” e ci ha messo la faccia con una serie di lunghi video in diretta su Facebook. Rilevanti due conversazioni telefoniche, la prima con Umberto, uno dei capi storici di “Tradizione”, qualche tempo fa aggredito a colpi di spranga nel suo bar torinese per la ritrosia a destinare parte dei proventi del bagarinaggio a una famiglia a capo della mafia calabrese radicata a Torino, e la seconda con un anonimo sgherro dall’accento calabrese o forse siciliano.
Per quel che può contare, la pagina Facebook dei giovani “True Boys” conta 145mila iscritti, mentre i più radicati di “Tradizione” non arrivano a 14mila. Conta certamente che nella curva juventina, in cui sempre più alte sono le tensioni tra le diverse fazioni, prenda posto gente di tutt’Italia, isole comprese, e ognuno, evidentemente, pretende rispetto e, soprattutto, spazio”.
Il testo scritto da Angelo Forgione è stato poi accompagnato da un video che contiene intercettazioni telefoniche tra i capi ultras dei due club.
Umberto, ultras bianconero: “Mi hai chiesto di togliere il comunicato, per noi è una cazzata. I True Boys non esisteranno più! Ti do io il permesso di entrare in Curva, così la smetti di fare il guappo”.
Il Leader dei True Boys ha poi risposto: “Te la sei comprata la Curva? Su Facebook ho fatto un video, tu sei una merda! Dormi sereno che poi ti faccio vedere come cambia la curva! Ma chi sei? Hai comandato per 30 anni ma ora cambiano le cose!”.
La telefonata riprende con un portavoce dell’ultras Umberto che spiega di voler fissare un appuntamento: “Ti aspettiamo a fine ottobre, sali qui a Torino, parli con Umberto”
Il napoletano risponde: “Fino ad ottobre sono ai domiciliari, ci vediamo quando finisco. Sapete con chi state parlando? Pensi di parlare con uno scemo juventino come te? Nel frattempo noi True Boys veniamo in curva, se volete lo scontro lo facciamo. Non mi minacciare che ho paura (ride, ndr.)”.