L’inizio di stagione da top, poi una suggestione che presto è diventata qualcosa di più. Per Allan, dopo l’indifferenza del Brasile e del ct Tite, la possibilità di aggregarsi alla nazionale italiana c’è. È remota e difficile da attuare, ma qualche pensiero – effettivamente – c’è.
Roberto Mancini, a quanto pare, lo tiene in considerazione per rinforzare le file di una nazionale in netta difficoltà. Su un piano squisitamente tecnico, non c’è dubbio: Allan, all’Italia, servirebbe come il pane in un reparto dove abbonda la classe operaia ma mancano elementi di spessore.
Sul piano etico, invece, s’è già aperto il solito dibattito sugli oriundi: pro e contro, con le opinioni social e non che si sprecano. Sul dibattito si era espresso anche Mancini. Non oggi, ma ben tre anni fa, quando ancora sedeva sulla panchina dell’Inter e non su quella della Nazionale.
Era il marzo del 2015 quando Mancini, a margine dell’incontro tra gli arbitri e i club di Serie A, disse: “Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. È la mia opinione“