16.19 – Si conclude, in una standing ovation generale, l’intervento dei tre tecnici.
Queste le dichiarazioni di Carlo Ancelotti, raccolte dalla nostra redazione: “Giocare bene dà più possibilità di vittoria. Oggi si parla molto di statistiche ma quella che conta di più è quella dei gol che si segnano. Il calcio si è evoluto, è sempre in continua evoluzione. Vediamo oggi un calcio ben organizzato, propositivo, oggi anche le piccole squadre fanno un calcio d’identità. Una volta le piccole difendevano e andavano in contropiede, oggi invece ciascuna ha una sua caratteristica.
Il mestiere che facciamo fa sì che siano necessarie tante conoscenze. Da questo punto di vista, ho avuto dei maestri importanti: Liedholm uno su tutti, nella gestione delle risorse umane. A livello tecnico la figura di Arrigo Sacchi è stata determinante, sono stato suo assistente per tre anni. Il nostro è un lavoro particolare, l’allenatore fa un lavoro complesso ma piacevole. Io ragiono coi giocatori, la società, lo staff con cui mi relaziono. Coinvolgo tutti, dai venticinque giocatori ai magazzinieri. Io ho l’idea di gestire il gruppo e di rendere le cose quanto più comode possibili ed è per questo che responsabilizzo e delego, perché le persone si responsabilizzano. Si deve avere la possibilità di avere tutto sotto controllo. A volte, in momenti difficili, dicono che sono morbido, che dovrei usare più la frusta. Ma, rispondo io, che se vogliono uno meno morbido non devono chiamare me. Perché il mio carattere è così, e sono cresciuto così. Se fossi rude dinanzi ai calciatori, non sarei credibile. Il tuo carattere ti dà credibilità. Napoli? Mai mi fa arrabbiare un errore tecnico quanto invece la deconcentrazione che si può notare in un calciatore. A Napoli c’è una bella famiglia, calciatori giovani e forti con già alle spalle esperienze importanti. Sono tutti umili. La città, la squadra, la società, vogliono crescere. La città in particolare è meravigliosa. Ci sono tutte le condizioni per fare un bel lavoro. Vediamo anche in Europa, City permettendo (ride con Guardiola, n.d.r). Klopp? All’andata sistemato, vediamo ora al ritorno.
Le squadre italiane finora hanno fatto bene, anche se sono interessato alle sorti del Napoli. Noi abbiamo un girone durissimo, abbiamo il PSG che è molto tosta. Il calcio italiano è comunque evoluto: le valutazioni che si fanno oggi non sono quelle che si faranno ad aprile. Mi sembra una Champions equilibrata, questa che stiamo vivendo.
Insigne? Lorenzo è un giocatore di grandissimo talento, ora si trova nella sua fase di maggior responsabilità: deve sentirsi importante, mettendo le qualità al servizio dei compagni. Questo è il passo ulteriore da fare e io sono sicuro che lo farà.
Cosa ruberei a Guardiola? Non i capelli, certamente (ride, n.d.r). Guardo il suo percorso e ruberei la rapidità con cui riesce a trasmettere le proprie idee alla squadra. Pep è un fenomeno, come Arrigo che trasmetteva agli altri le proprie idee. Questo è l’aspetto più complicato, la bravura sta nel trasmettere ciò che si ha in testa a chi deve poi metterla in campo. Noi culturalmente siamo rimasti indietro rispetto all’estero, dove sono stato nove anni. Sentire cori in uno stadio non è più rivalità sportiva, è ignoranza. In due anni a Londra non ho mai ricevuto un insulto, perché è come si vive. Una partita che vorrei rigiocare? Ne ho viste tante, tra finali, semifinali. Una in particolare mi sarebbe piaciuto giocarla, ma non l’ho mai fatta: io al centro con Gattuso, Pirlo e Ambrosini. Var in Europa? Sì, spero arrivi quanto prima, ma sicuramente saranno arrivati già in ritardo ma meglio tardi che mai!”.
15.13 – Entra Ancelotti, dopo Sacchi e prima di Guardiola, accolto da un grandissimo boato dell’Auditorium Santa Chiara.
Tra pochi minuti Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, sarà uno dei grandi ospiti della giornata conclusiva del Festival dello Sport, in diretta da Trento, a chiusura di un evento che, alla sua prima edizione, si è rivelato già un grande successo, tra pubblico e tematiche affrontate. Il tema della discussione sarà la “bellezza nel calcio raccontata dai maestri”.
In compagnia del tecnico azzurro anche due grandissimi come Arrigo Sacchi, di cui Ancelotti fu vice ad USA ’94 cominciando la sua carriera da allenatore, e Pep Guardiola.
Articolo modificato 15 Ott 2018 - 10:18