Aurelio De Laurentiis è intervenuto a seguito dell’elezione di Gabriele Gravina a presidente della Figc. Ecco quanto dichiarato dal patron del Napoli:
“Gravina è la scelta giusta, conosce il mondo del calcio e soprattutto non guarda al passato ma al futuro. Con lui ci siamo subito capiti, ha presentato un piano molto completo e complesso. Bisogna anche considerare che Gravina ha un mandato di due anni, poi ci sarà una nuova elezione e se farà bene, come sono convinto, sicuramente poi avrà un altro quadriennio per modificare ampiamente questo modello del calcio. C’è bisogno di fare una rivoluzione e mi auguro che Gravina nei prossimi due anni riesca a rimediare, la sua forza è di far fare al Governo immediatamente delle riforme sostanziali”.
“Io l’ho voluto in maniera assoluta. Qualcuno aveva forse male interpretato il suo arrivo, ho sentito dire delle frasi un po’ scontate e anche maleducate. S’era detto di un Ancelotti arrivato a Napoli per la pensione, ma lui è un grande allenatore che ha vinto tutto e non gli si può certo rimproverare questo. Tra di noi c’è subito stata simpatia, chiarezza. Ci abbiamo messo cinque minuti per fare un contratto sul quale non ci sono mai stati dubbi, né da una parte né dall’altra. Io gli avevo dato 9-10 partite per ambientarsi, ma mi sembra ne abbia sbagliate meno di quante io gliene avessi concesse. Sta esprimendo il calcio secondo la sua coscienza e conoscenza”.
“Nel calcio tutto è possibile, basta qualche passo falso della Juventus e siamo lì. Il Napoli ha iniziato un nuovo corso, io parlo sempre di trienni e quest’anno con l’utilizzo di tutti i giocatori andrà bene. Certo, in Champions dobbiamo fare i conti con un girone infernale, speriamo di avere capacità e fortuna per il proseguo della competizione”.
“Ci metteremo ancora seduti attorno a un tavolo. Le pretese di qualcuno, però, non sono idonee con l’impianto nel quale io gioco. Se una cosa che vale X gliela vogliono far pagare 4-5 X serve alzare uno scudo a protezione del club e quindi dei tifosi. Perché se io butto dei soldi per lo Stadio poi devo privarmi di qualche altra cosa. Per gli ultimi due anni mi hanno chiesto un milione e 900mila euro l’anno: a quel punto, vado a giocare all’Olimpico. Il CONI, che due anni fa fu interpellato dal Comune, allora aveva ritenuta giusta una richiesta di 550mila euro l’anno e lo stadio non era nelle condizioni attuali. Fate voi le differenze”.
“Veda, voi confondete alcune frange di tifosi con l’umore collettivo della città. Napoli è una città che adoro, mio padre mi portò ad amarla fin da quando avevo quattro anni. Mi auguro ci siano fuochi d’artificio meditati. Col PSG, come nelle altre partite, bisognerà giocare a scacchi. Pensare, meditare e fare delle mosse appropriate. Cavani? Ci sarà sicuramente un abbraccio caloroso. Cavani fu una mia intuizione quando lo strappai al presidente del Palermo e da seconda punta diventò una prima punta. La cosa che mi diverte è che noi abbiamo fatto fare più di 30 gol a tutti gli attaccanti che abbiamo messo nel circuito Napoli, da Cavani in poi. E adesso stiamo vedendo chi li può sostituire: sicuramente qualcuno lo farà”.
“Il calcio inglese è completamente diverso dal nostro e quando i giocatori arrivano in Inghilterra hanno costi del tutto fuori portata per noi. Nei bilanci italiani vedo meno 400 milioni di euro o meno 300. Io in rosso posso andare al massimo di 15 milioni di euro, perché decido di giocare in un determinato modo, ma quest’anno se ci confermeremo in Champions confido in un bilancio in pareggio. Sarri? Non lo guardo più. E’ un grande allenatore, e gli auguro di fare la sua strada in Inghilterra. Ha dato quello che poteva al Napoli, con lui non abbiamo vinto nulla, peccato, ma nella vita c’è chi gioca per sé stesso e chi per la funzione per la quale è stato ingaggiato. Con questo credo di aver detto tutto…”.
“Io nella sfortuna sono sempre stato un uomo fortunato. Non aver avuto Meret ha fatto crescere l’autostima in Ospina e Karnezis. Prima c’era il primo portiere che le giocava tutte, mentre adesso ci ritroviamo con tre portieri veri e questo è un senso di garanzia. Non è che loro devono temere di non poter giocare, ma essere felici e contenti di essere talmente tutti e tre bravi e funzionali alla causa del Napoli che troveranno pariteticamente spazio perché Ancelotti è uno che ama fare il turn-over”.