Al Parco dei Principi, stasera, ore 21:00 andrà in scena una delle partite di cartello del terzo turno di Champions League. Il PSG di Tuchel affronterà il Napoli di Carlo Ancelotti, in una partita che al termine avrà molto da dire in termine di probabilità di qualificazione.
Per molti è Davide contro Golia, con i francesi, giustamente in netto vantaggio. Il trio offensivo parigino Neymar-Cavani-Mbappé è probabilmente il più forte d’Europa, due candidati al pallone d’oro, con il francese vincitore del Mondiale, e l’altro un bomber di razza che si troverà di fronte il suo passato, proprio quel Napoli che gli diede la possibilità di diventare grande, e farsi un nome anche in palcoscenici europei. Giusto per dare una dimostrazione della pericolosità dei tre citati, basti pensare che sei degli otto goal messi a segno in questa edizione dal Psg, sono arrivati tutti da loro giocate, con Neymar capocannoniere della squadra con ben tre goal messi a segno in soltanto due partite.
Ma occhio a concludere che il Paris Saint Germain sia solo ed esclusivamente una squadra offensiva, quest’ultima è completa in tutti i reparti, in estate è stato posto fine anche al problema portiere che da sempre accompagnava i parigini, con l’arrivo di un vero e proprio totem, Gianluigi Buffon, pronto e carico per agguantare la coppa dalle grandi orecchie che nel suo straordinario palmares manca, ma che contro gli azzurri non ci sarà per squalifica.
Verratti, Di Maria, Marquinhos e Thiago Silva rappresentano centrocampo e difesa parigina, annessi ai sopra citati formano un vero e proprio “Dream Team”, pieno zeppo di campioni, ora stanchi di dominare solo in Francia, ma pronti a farlo anche in Europa, dove negli ultimi anni sono stati eliminati troppo prematuramente.
Infatti aver la squadra abbondante di fuoriclasse, spesso si rivela un’ arma a doppio taglio. Non sono poche le azioni in cui si cerca l’individualità rispetto al passaggio più semplice al compagno, non sono pochi i tiri tentati (circa 42 in due match) per cercare di trovare il goal e far comparire il proprio nome sul tabellino, spesso non considerando compagni meglio piazzati e buttando all’aria azioni che sarebbero potute diventare decisive, pagando poi il tutto nelle partite ad eliminazione diretta.
Dall’altro lato c’è invece una squadra che ha il suo fuoriclasse in panchina, Carlo Ancelotti, re di coppa ed ex di questa partita avendo vinto anche con il Psg. Il tecnico di Reggiolo è il leader maximo del Napoli, sempre pronto a caricare e calmare gli azzurri quando serve. È proprio la calma, quella più predicata dal mister, ripartito dalle sue idee senza però archiviare il “Sarrismo”. Moduli e modi di gioco innovativi e che variano in base all’avversario, ma tutti con un minimo comune denominatore, il gruppo.
È proprio di questo che il Napoli ne è campione, gruppo sano e forte. Tutti devono toccare palla, tutti devono farla girare per creare spazi, è infatti il possesso palla la tecnica prediletta, in due partite gli azzurri hanno infatti accumulato il 60% di media, con l’88% di precisione. L’azione parte e si costruisce dal basso, Albiol e Koulibaly infatti sono quelli ad aver toccato più palloni e soprattutto sono quelli più precisi, pronti a trovare l’imbucata perfetta, pronti a mettere i compagni in posizione ideale per trovare la via del goal.
I palloni recuperati sono 116, sinonimo di una squadra che non si risparmia, preparati al rimediare ad un eventuale errore di un compagno, lesti nel chiudere tutti gli spazi, zero infatti sono le reti subite ed oltre alla modesta Stella Rossa, i partenopei hanno affrontato anche il Liverpool in una partita definita dai più proibitiva, portando a casa una vittoria, ma soprattutto tenendo la porta inviolata con una prestazione da urlo.
Potenza dei singoli vs estetica del gruppo, alle ore 21:00 al Parco dei Principi, non mancate.
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Francesco Pappalardo
Articolo modificato 24 Ott 2018 - 18:58