In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione condotta da Umberto Chiariello su Radio CRC TARGATO ITALIA è intervenuto Federico Ruffo, giornalista di Report. Queste le sue dichiarazioni:
“Le dichiarazioni di Agnelli? Sono felice di trovare qualcuno di buon umore. Sono stati giorni difficili quelli prima della puntata. So che girano leggende circa mia enormi guadagni legati allo share, se così fosse devo ridiscutere il contratto con l’azienda (scherza, ndr). Io vi dico una cosa con enorme serenità. Il fatto che si stanno scaldando gli animi per questa cosa mi preoccupa, ma non per me. C’è un derby tra poco e mi preoccupa che gli animi possano essere eccessivamente tesi.
Io vi dico con molta franchezza che noi volevamo parlare il meno possibile della vicenda per non scaldare gli animi, c’è anche un aspetto etico. Non avevamo voglia di parlarne perché sappiamo benissimo noi così come lo sa la Juventus come sono andati i fatti, non volevamo tornarci. Il fatto di essere stati accusati in maniera così plateale di aver taroccato e di aver detto il falso, ci costringe a tornare e utilizzare degli elementi che avevamo tenuto per noi sulla vicenda, anche pensando un po’ gli animi e un po’ anche tutelando alcuni protagonisti di questa vicenda sono stati buttati già in prima pagina.
Qualcuno potrebbe dire “vabbè problema loro che hanno fatto certe cose”, però noi diamo importanza anche a certe cose. Fosse stato per me per come ero risentito ieri sul piano etico e professionale, sarei entrato in assemblea e avrei mandato in onda quello che avevamo. Non voglio che qualcuno pensi che stiamo speculando sulla Juve per questioni di ascolto. Lo dico per chi non lo sapesse quando si parla di calcio si perde il 50% di share perché le donne cambiano canale. Abbiamo fatto uno share buono come ogni prima puntata di Report.
Cosa rispondo ad Agnelli? Non credo di dover rispondere, per il semplice motivo che ognuno è padrone di dire quello che vuole. Diciamo che è surreale parlare di rispetto per le sentenze sportive e fra l’altro vorrei ricordare che una sentenza sportiva e una della giustizia ordinaria, spesso possono contraddire. A volte le due giustizie possono contraddirsi. Abbiamo una giustizia con tempi lunghissimi. I tribunali sportivi non possono fare indagini per conto loro e dobbiamo tenerne conto. Trovo sia surreale parlare di rispetto delle sentenze ed esibire 36 scudetti sullo stadio della Juventus, ma è già stato detto. Trovo singolare che conoscendo sentenze intercettazioni, nessuno dello staff di Agnelli, ancor meno il numero cospicuo di avvocati abbia deciso di sconsigliare questa scelta. Loro sanno perfettamente cosa c’è nelle carte. L’ho trovato strano. Sanno cosa c’è lì dentro e sanno e comunque lunedì non sarà una bella serata.
Capisco che ognuno giochi la sua partita. La carta che ieri agitavano sostiene semplicemente che un tifoso si è preso la responsabilità di uno di quei due striscioni. Il secondo era lì. Trovo surreale che non abbiano detto che comunque in quelle stesse righe D’Angelo veniva criticato per il suo comportamento in quella sentenza e che se non ha scontato una squalifica è solo perché non è un dipendente FIGC, ma uno come gli altri . Il resto delle intercettazioni non le conoscono. Non ne esce una situazione edificante. Queste intercettazioni le faremo sentire lunedì? Sì assolutamente perché ci hanno accusato di averne tagliata qualcuna. Se ne poteva uscire bene in quella situazione. Potevano accettare l’intervista sedersi davanti a noi e parlarne in qualunque momento. Abbiamo mandato un elenco lunghissimo di domande”.
Dopo la precisazione del conduttore circa il rifiuto di Juventus di autorizzare l’avvocato Chiappero a parlare in maniera diretta con Federico Ruffo, il giornalista di Report aggiunge: “Io non discuto mai di queste scelte perché poi una grande azienda fa delle scelte sue, che io posso non conoscere. Ci sta anche che nei vostri confronti c’è stato un diniego ad un intervista. Noi potevamo parlare e avrebbero avuto tutto il tempo di controbattere e mostrarci la loro documentazione e capire come venirne fuori, che non vuol dire ammettere colpe.
Potevano dire ‘Sappiamo tutti che in passato per via della pressione dei tifosi le cose sono andate così e stiamo lavorando per cambiare qualcosa’, non ci avrei trovato niente di strano. Sappiamo tutti che Cragnotti prima di Lotito aveva una gestione piuttosto allegra con gli ultras, non mi pare che se ne faccia una questione di vita o morte. Ognuno fa una sua politica. La Juventus ha un unicum, ha uno stadio tutto esaurito per i prossimi e ha tracciato una strada importante e ha dovuto affrontare certe cose in una maniera che si è rivelata controproducente. Sciopero del tifo? Non credo che la Juve abbia problemi del tifo e non può essere un arma di ricatto questa. Se decidete di scioperare il problema è vostro che avete pagato gli abbonamenti. Non è con il ricatto che puoi pensare di averla vinta. Il tifo non ha niente a che fare con queste, ma significa solo andare allo stadio e incitare la propria squadra“.