Durante l’ultimo Brasile-Uruguay, Cavani e Neymar sono stati protagonisti di una piccola lite di gioco: il Matador ha colpito il compagno di club commettendo un fallo che non è sembrato del tutto casuale, non stringendogli nemmeno la mano in seguito.
“Tutti indizi di un’ intesa mai sbocciata – riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Questione di ego. Come fu evidente poco più di un anno fa nel famoso «penalty-gate». Cavani pretese di calciare un rigore, negandolo platealmente a Neymar appena giunto a Parigi con lo statuto di giocatore più caro della storia del calcio, e l’ idea di essere prioritario anche dal dischetto. Il Matador poi sbagliò, e la sceneggiata portò sotto i riflettori le tensioni tra i due che tutto oppone: per differenziale tecnico, raffinato per il brasiliano, più brutale per l’ uruguayano comunque miglior marcatore della storia del Psg; ma anche per stile di vita. Alle scorribande notturne di Ney, Cavani preferisce magari una passeggiata in campagna” – scrive la rosea riguardo il rapporto tra il Matador e l’attaccante brasiliano.
“Due polarità che lo scorso anno spaccarono lo spogliatoio in due clan: brasiliani contro sudamericani ispanici. Con l’ ex allenatore Emery a godersi la situazione in nome del motto «divide et impera» costatogli però la panchina. Con Tuchel è cambiato tutto: «Neymar è al centro del progetto», sostiene il tedesco fin dal primo giorno. E per Cavani, sempre più isolato in spogliatoio, sono rimaste le briciole. Non solo sui calci piazzati, ormai monopolio del brasiliano, ma anche nel gioco dove i passaggi gli arrivano con il contagocce da Ney che preferisce Mbappé, che tra l’ altro aspira al ruolo di punta unica del Matador”.
Questioni che possono influenzare, e non poco, Edinson Cavani che già in estate aveva pensato di lasciare Parigi, restando poi all’ombra della Tour Eiffel nonostante l’interessamento del Napoli.
Articolo modificato 18 Nov 2018 - 09:48