L’ex tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“L’eredità che ho lasciato a Napoli? Penso che quella più visibile sia numerica: presi un Napoli che aveva chiuso il campionato con 64 punti e ho lasciato una squadra che ha raggiunto quota 91. L’altra eredità è personale: il rapporto con la città e la sua gente. Non mi staccherò mai da Napoli.
Hanno paragonato il mio Napoli a quello di Vinicio, una delle prime squadre in Italia negli anni settanta a viaggiare nel futuro. Mi onora questo accostamento.
A De Laurentiis non ho nulla da dire. Posso solo ringraziarlo. Mi ha dato la più grande soddisfazione personale della mia vita affidandomi il Napoli, la squadra del mio cuore e delle origini. È stata una magnifica avventura che non può essere cancellata da un congedo un po’ così.
La campagna di Ancelotti contro gli insulti? Penso di essere stato il primo allenatore a contattare l’arbitro per chiedergli di intervenire di fronte ad uno stadio che offendeva i napoletani. Concordo al cento per cento.
Corsa scudetto? La Juventus ha una priorità: la Champions. Alla fine, potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio per la concorrenza”.
Articolo modificato 19 Nov 2018 - 12:27