Marek Hamsik, regista sì ma non toglietegli la gioia del goal!

Marek Hamsik e il goal, un rapporto indissolubile, infrangibile. Una gioia che da troppo tempo mancava al capitano azzurro, soprattutto per uno abituato a segnare tanto come lui. Finalmente contro la Stella Rossa anche il numero diciassette è riuscito a sbloccarsi, ora l’unica firma prestigiosa a mancare in stagione è quella di Callejon. La scalata al record di Maradona, iniziata lo scorso anno dallo slovacco, divenuta poi una fuga, non può e non deve arrestarsi perché in un Napoli che fa della democrazia della rete la sua forza, non possono certamente essere solo gli attaccanti a timbrare il cartellino.

MAREK HAMSIK NON SOLO UN REGISTA

Hamsik e Mertens festeggiano il terzo goal del Napoli.

Carlo Ancelotti, fin dal ritiro di Dimaro, ha affidato le chiavi del centrocampo azzurro a Marek Hamsik. Il tutto senza mai fare un passo indietro, senza ascoltare (giustamente ndr.) le voci dei più che non vedevano e ancora non vedono nel capitano del Napoli l’uomo giusto per poter governare e dettare i tempi della squadra. Certamente le prime uscite stagionali non sono state all’altezza poi però con il passare delle giornate, complice anche il cambio di modulo, pian piano la musica sta cominciando a cambiare.

Dall’introduzione del 4-4-2 infatti, anziché essere un regista puro, come lo fu Pirlo nel Milan, Hamsik ed Ancelotti hanno capito che un giocatore completo e che offre tante scelte come lo slovacco, non può e non deve avere un ruolo ben definito e la partita di ieri sera ne è l’esempio lampante. Un giocatore come il numero diciassette, a seconda dei momenti della partita deve capire ed interpretare il ruolo a modo suo come da sempre fa nel Napoli.

Nei momenti di possesso palla, può essere sia l’uomo d’ordine sia quello che ti fa quel cambio gioco per far muovere la difesa avversaria. Nei calci piazzati, come dimostrato per l’ennesima volta ieri, può sbloccare una partita difficile da vera prima punta e può rendersi pericoloso con gli inserimenti senza palla come la più pura delle mezze ali. Senza dimenticare poi il tiro dalla distanza, anche se anche negli ultimi tempi sembra avere qualche problema di precisione, mette sempre in allerta le difese avversarie. Per non parlare invece della palla filtrante da poter servire ai compagni. L’assist servito ieri sera a Mertens è la fotocopia della palla data ad Insigne per il momentaneo vantaggio al Bernabeu contro il Real Madrid due stagioni fa.

IL GOAL, UNA GIOIA CHE RIGENERA

Come detto, a luglio Ancelotti gli ha affidato le chiavi del centrocampo e Hamsik lo ha accettato di buon grado. Uno dei motivi che hanno convinto lo slovacco alla permanenza in azzurro infatti è stato proprio il cambio ruolo presentatogli dal tecnico. Nulla però vale la gioia del goal che su di lui ha un effetto speciale. Il capitano del Napoli sembra ringiovanire ogni volta che mette a segno una rete da aggiungere alla collezione.

Non a caso contro la Stella Rossa non solo mette a segno la rete numero 121 ma confeziona anche un assist ed in generale offre una prestazione di ottimo livello anche in fase d’impostazione. Il gol per lui è come uno scacciapensieri, una volta fatto sembra liberarsi da delle catene invisibili per diventare un giocatore totale capace di poter giocare in ogni posizione del centrocampo e di poter provare e riuscire anche nelle giocate più difficili.

La speranza per il Napoli e per Marek Hamsik è che questa rete non sia solo uno degli ultimi canti di un cigno dalla strana cresta, capace di incantare in tempi lontani il mondo intero ma possa trasformarsi nella prima nota suonata nella dodicesima sinfonia in azzurro.

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ILARIO COVINO

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