Dopo il caos scaturito dai cori di discriminazione territoriale nei confronti di Napoli e dei napoletani e di quelli razzisti indirizzati a Kalidou Koulibaly, nelle scorse ore il giudice sportivo ha diramato le sanzioni disciplinari da infliggere all’Inter.
Per la società milanese l’obbligo di disputare le prossime due partite casalinghe a porte chiuse ed un ulteriore gara con il “secondo anello verde” privo di spettatori. I fatti di San Siro non sono passati inosservati ma la pena inflitta alla società nerazzura non è certo tra le più esemplari. Non sempre però nel mondo del calcio certi fatti passano sotto traccia. A volte c’è stato chi ha usato il pugno duro contro certe forme di inciviltà e razzismo.
Nel 2014 infatti la commissione disciplinare del tribunale di giustizia sportiva adoperò una pena esemplare nei confronti del Gremio. La decisone fu di escluse il Gremio dalla Copa do Brasil per gli insulti razzisti da parte di alcuni suoi tifosi nei confronti del portiere del Santos, Aranha, durante la gara d’andata degli ottavi di finale.
Inoltre al club di Porto Alegre fu inflitta una multa di 50 mila reais (17 mila euro), mentre alle persone riconosciute dalle telecamere ad offendere Aranha venne vietato l’accesso negli stadi brasiliani per 720 giorni.
Il sistema calcio italiano ancora una volta si è dimostrato impreparato e pavido. Una decisione figlia della cultura delle mezze misure. Di questo passo non riusciremo mai a creare una vera e propria cultura sportiva e mentre i “tifosi” si nascondono dietro alla scusa della goliardia e dei cori da stadio, il mondo va avanti e noi come spesso accade restiamo indietro.
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ILARIO COVINO
Articolo modificato 6 Nov 2020 - 13:10