Callejon, compleanno da senatore: il ricambio generazionale è un discorso da rimandare

I lineamenti da fanciullo, con quella faccia indecifrabile, un misto tra bad boy e bravo ragazzo, li ha abbandonati da tempo. Perché José Callejon è cresciuto, tanto, a Napoli. È arrivato a 26 anni quasi nell’anonimato. Partita dopo partita e anno dopo anno s’è imposto, con la capacità assidua del lavoro e stando neppure troppo vicino ai riflettori. Oggi è uno dei senatori, uno dei leader a cui rivolgersi. La vecchia guardia, la chiamano in gergo.

32 anni, oggi, per José. Invidiabile la tenuta con cui porta egregiamente gli anni. In campo è sempre tra i più presenti: è persino superfluo ricordarlo. E pazienza se il fisico non regge come una volta, se talvolta il bisogno di riposare e riprendere fiato si fa sentire. Callejon è sempre lì: 28 presenze stagionali. La mira sottoporta è scemata, la rete non fa più parte del suo liber de spectaculis: la dimostrazione pratica sabato, a Firenze. Pazienza, ci si consola con gli assit: 9.

Ma la carriera di Callejon a Napoli è un elogio dell’infaticabilità. José s’è sempre fatto in quattro, per il Napoli: lo provano le sue 284 presenze (e i 75 goal). Per tre campionati mai assente: 38 presenze su 38, garanzia d’affidabilità.

Calciatori come Callejon, per la sua intelligenza tattica oltre che l’integrità fisica e l’onnipresenza sulla fascia, non ne fanno. È per questo che il Napoli, pur attivando i radar in giro per il mondo, fatica a trovarne un erede. A 32 anni Callejon è ancora lì, ancora titolare, ancora a correre a perdifiato sulla fascia, ancora a rimandare un ricambio generazionale. Qualche riflessione, però, a giugno sarà fatta: il tempo scorre, il suo incedere è la rovina di ogni calciatore. Il presente, però, è a Napoli, con la 7, il posto da titolare e talvolta la fascia di capitano. Lui è un senatore. 32 anni: auguri José.

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