Sono stati dieci giorni difficili, duri da sopportare anche nella tempra dei calciatori meglio corazzati. Gli strascichi per un addio improvviso, quello di Hamsik, hanno offuscato la bella vittoria con la Sampdoria. Una settimana dura, per l’ambiente, frammentato in due. E la società, almeno dal punto di vista mediatico, avrebbe potuto gestire meglio l’addio.
Lo 0-0 con la Fiorentina è soltanto un prolungamento di uno stato emotivo che coinvolge squadra, società e piazza. Tutti scarichi, tutti demotivati. Come se vincere le partite, da qui alla fine, fosse solo un esercizio di stile. Colpa di un distacco ampio dal primo e dal terzo posto, colpa di qualche voce di troppo dalla Cina, colpa dell’eliminazione dal Milan in Coppa Italia.
Colpa anche – perché no – di un po’ di sfortuna, che ha coinvolto gli avanti azzurri al Franchi.
Ora, però, si riparte. Dall’Europa League. Dopo oltre dieci giorni da Napoli-Sampdoria, con Hamsik che probabilmente entro giovedì avrà già detto ufficialmente addio alla causa azzurra. Con tutti gli strascichi del caso, certo, ma finalmente si tornerà a respirare un’aria nuova. Aria di Europa, aria di gara da dentro o fuori.
Il sorteggio ha consegnato al Napoli un’avversaria abbordabile, lo Zurigo. Vincere non dovrebbe essere impresa ardua, ma è il significato intrinseco della gara che assume connotati ben più importanti. Perché è appunto una competizione da dentro o fuori, dove paghi caro il minimo errore, è una competizione che il Napoli deve tentare di vincere. Stimoli, motivazioni. Servono come il pane, a questa squadra. Possono arrivare da Zurigo.
Trovarli, gli stimoli. Certo. Ma servirà anche applicarli in campo, con costanza, determinazione e spalmandoli nell’arco dei novanta minuti. E incrociando le dita per un po’ di sana fortuna.
Vittorio Perrone