Se non ci fosse stato quel rigore di Kololli, forse ingiusto e sicuramente celebrato oltremodo dal Letzigrund Stadion, sarebbe stata una serata da incorniciare. Un po’ fa storcere il naso quel calo finale, ma ci può stare nell’economia di una partita comunque ben giocata. La caratura dell’avversario non era quella del PSG e del Liverpool, ma è suggestivo – comunque – tornare a respirare un po’ d’aria europea.
È vitamina, per il Napoli, questo tris europeo allo Zurigo. Conquistare il pass per gli ottavi dovrebbe essere una formalità, ma questo era ben noto. Respirare aria da gara da dentro o fuori, quando goal e giocate pesano di più, è un bene per un Napoli apparso troppo scarico nelle ultime partite.
Aver ritrovato la via del goal dopo lo 0-0 di Firenze è un bene. Tre reti forse stanno anche strette: le palle goal nette ammontano a otto, almeno. Ancora lavoro, tanto, da fare. Andando a spulciare i 90 e rotti del Letzigrund qualche pecca da sottolineare, insomma, ci sarebbe. Leggerezze finali e poca efficacia sotto porta, sicuramente.
Ma la bontà porta a premiare anche le cose positive e quindi sì, si può sorridere. Il Napoli non si è complicato la vita e ha ipotecato la qualificazione in largo anticipo, come da pronostico. Ha ritrovato un Insigne alla seconda rete in tre gare (dopo tre mesi di carestia), ha ritrovato un Zielinski straripante e un Callejon da leader consumato.
Al netto delle sbavature e dell’inefficacia, quindi, c’è da sorridere, applaudire e tornare a lavorare. In futuro servirà di più, ma la strada ritrovata sembra quella giusta.