L’edizione odierna di Repubblica presenta la gara di questa sera tra Salisburgo e Napoli di Europa League. Tra le pagine del quotidiano è possibile leggere anche un paragone tra quanto fatto fin qui dai partenopei e dalla Juventus. Ecco quanto evidenziato:
“Il Napoli arriva nella città di Mozart con la testa piena di Juve. Difficile capire se è più eccitato o depresso. L’inattesa vittoria del club finora carico di scudetti e sospetti è uno choc per una squadra di profonde contraddizioni. Ha una classifica sontuosa in Italia ma il secondo posto sembra opaco, all’estero è ad un palmo dai quarti di Europa League ma non dimentica che per un gol fallì il primato nel girone terribile di Champions. Una squadra sempre irrisolta. Le manca sempre qualcosa per completare un’impresa. Se la Juve ha ribaltato 0-2 in 3-0 con un capolavoro di genio, tecnica e fatica, ci vuole molto a difendere il 3-0 con il Salisburgo?
TRE LEZIONI DELLA JUVE AL NAPOLI
Ancora prima della sfida di stasera, la lezione della Juve fa bene al Napoli per il futuro. Se ne sono accorti anche molti tifosi sdraiati per tre anni sull’utopia del giocar bene senza vincere nulla. Nel trionfo della Juve si leggono tre ineludibili suggerimenti a società, giocatori, ambiente. Il primo, riguarda il mercato. Si può non comprare Cristiano Ronaldo senza una multinazionale come partner, ma per vincere qualcosa di importante occorre una qualità diffusa: Emre Can e Cancelo a destra, Spinazzola e Bernardeschi a sinistra sono state le pedine decisive nella strategia di Allegri. Quattro nomi come esempio: sono modelli di acquisti possibili per il club della terza città italiana, con pubblico e sponsor generosi. Più difficile vincere, se si insiste nel chiedere la gloria a Ounas e Verdi, a Diawara e Younes che rimangono ancora delle buone promesse, nulla di più.
Il secondo suggerimento porta dritto alla panchina: il calcio di vertice chiede tattiche sofisticate, innovative, reattive e mai ripetitive. Sarebbe opportuno quindi lasciare nella memoria i bei ricordi del calcio studiato e ritmato di qualche tempo fa, per meglio valutare l’ attività di continua ricerca, le mosse e contromosse, le scelte azzardate e i turnover di Ancelotti per far giocare tutti e meglio. Lo stesso Allegri riconosce di aver agevolato la vittoria dell’Atletico a Madrid e di aver indovinato invece l’assetto a Torino, fino ad annichilire le vampate di Simeone.
La terza indicazione tocca alcuni calciatori. È stata perentoria la vittoria della Juve: stasera dobbiamo vincere, e vinciamo. Si fa così. Dopo Salisburgo, con tutta calma, sarebbe utile un chiarimento su Insigne. È uno dei più luminosi talenti italiani prodotti dai nostri vivai. Ha giocato qualche partita al di sotto delle sue infinite possibilità, ed è comprensibile. Meno mettersi sotto i riflettori dopo il primo gol segnato con frasi criptiche, come “finchè sarò qui darò il cento per cento“. Non convince neanche l’intervento dei familiari per annunciare che il diamante di Frattamaggiore non cambierà gioielleria. Niente di più sbagliato che parlare di futuro adesso, a stagione aperta. C’è tempo per conciliare gli interessi di tutti: la voglia di restare a Napoli e giocare per la squadra di cui è capitano, la prospettiva legittima di altri ingaggi, la quantità di milioni offerti a De Laurentiis. Il denaro decide i destini nel calcio. Ma ora pensino tutti, società e squadra, a vincere questa Europa League. Non è semplice, ma la Juve insegna che si può realizzare anche quello che sembra impossibile“.