INTERVISTA DAVIDE ANCELOTTI/ Il vice allenatore del Napoli, Davide Ancelotti, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli parlando del suo rapporto con papà Carlo e della sua esperienza in azzurro. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli:
“Superare il maestro? È molto dura (ride, ndr). Nel mio caso è meglio apprendere il più possibile. È la miglior scuola che io possa avere, soprattutto nella gestione dei momenti difficili. Guardo e cerco di apprendere il più possibile, per questo non ho fretta. Serve tempo.
Questo post in breve
Il Napoli sta bene, ad oggi manca dalle Nazionali solo Koulibaly. Gli altri stanno bene e hanno fatto già un buon allenamento. Domani avremo tutti a disposizione. Bene anche Insigne e Fabian che hanno recuperato dai rispettivi problemi.
Abbiamo due obiettivi: consolidare il secondo posto e andare avanti in Europa League. Siamo consapevoli che sarà un periodo importante ma ci arriviamo bene, il morale della truppa è alto. Arsenal-Napoli è affascinante perché una partita divertente da vedere, si affrontano due squadre che giocano a calcio. Sarà una lotta al 50%, la gente si divertirà, noi un po’ meno perché dobbiamo vincere.
Già con l’Udinese volevamo tornare a far punti. Vogliamo continuare a fare lo stesso con la Roma. Le gare che ci portano da qui all’Arsenal ci devono servire per trovare le motivazioni e la giusta condizione. Con l’Udinese tutti gli attaccanti in gol, segno che la condizione è buona. Mertens ha fatto una gara eccezionale, Younes potrà aiutarci con le sue qualità.
Primavera periodo migliore per la nostra squadra? Il calcio non è come l’atletica leggera, dove hai un appuntamento da preparare e devi avere una condizione migliore in quel determinato periodo. Nel calcio devi avere una condizione stabile ma alta in tutta la stagione, e credo che la squadra ce l’abbia.
Con papà ho un rapporto straordinario. Ci vediamo tutti i giorni e lavoro con lui, credo sia una fortuna che non tutti hanno. Riusciamo a scindere bene: qui a Castel Volturno io sono il suo assistente. Poi abbiamo momenti privati dove sono suo figlio. Non è facile far capire a tutti questo meccanismo, ma noi ci riusciamo. Spesso faccio da tramite tra lo staff e papà.
Non litighiamo, non mi ha mai sgridato. Abbiamo caratteri simili, non ci piace il conflitto e quindi proviamo a dialogare. Discussione per la posizione di Fabian Ruiz? Vero, io lo volevo a destra nel 4-3-3, mentre lui lo voleva a sinistra. Però non è stato un litigio… Fabian regista? È un giocatore evoluto. Chi sa giocare a calcio può fare varie posizioni.
Napoli a vita? Ci piacerebbe restare tanto tempo perché qui abbiamo riscoperto i rapporti umani che sono decisivi in un rapporto di lavoro. Qui si vive un ambiente familiare, ha ridato benzina a mio padre. L’ultimo anno non era così, quando si sta bene nel privato, poi si lavora anche bene. Venivamo da un’esperienza dove l’ambiente lavorativo era scisso da quello umano. In Germania era tutto diverso.
Come si diventa un vincente come Carlo Ancelotti? Non è facile da spiegare. Dipende molto dall’equilibrio, è la sua dote speciale. Resta sempre sereno quando ci sono da gestire momenti complicati. La voglia di vincere del Napoli? C’è da per tutto. Siamo sempre stati in ambienti dove c’era voglia di vincere. Con l’esperienza che ha papà, può dare qualcosa al gruppo. La squadra vuole apprendere, ha la predisposizione giusta. Il gruppo è ben assortito, è speciale. Il Napoli arrivava da un tipo di calcio meraviglioso, ma la squadra ha imparato anche cose nuove. Non era facile, si sono dimostrati curiosi ad apprendere nuovi metodi. Non era facile.
Vivere Napoli? Ci sono tante cose che ti spingono a dire che Napoli è un paradiso. Si sta bene. Io vivo a Chiaia e la mattina quando mi sveglio sono felice. Papà abita un po’ più su, ma io sotto mi trovo bene uguale. Se vado ai baretti? Dipende se il giorno dopo c’è allenamento (ride, ndr)”.
Articolo modificato 28 Mar 2019 - 14:00