Da Londra ci sono ferite ancora aperte, che rimarginare non sarà facile. Il tempo lascia le cicatrici di una stagione un po’ così, trascorsa con una sorta di apatia manifestata anche al Bentegodi. Con una squadra che un po’ si trascina per inerzia, distratta dal ritorno con l’Arsenal. E che gioca contro una compagine che in campo ci va giusto per aggiornare le statistiche. Al termine dell’incontro un Chievo-fantasma termina in Serie B.
E che cosa lascia la trasferta di Verona, se non la retrocessione dei clivensi, la doppietta di Koulibaly e il ventesimo sigillo stagionale di Arek Milik? Prove di formazione, qualche piccolo accorgimento tattico, qualche altra sperimentazione. Via i recenti integralismi, dentro un Napoli un po’ più camaleontico, un antipasto di quello che al San Paolo giovedì tenterà il tutto per tutto. Lecito dare risalto all’aspetto emotivo, ma il lato pragmatico della tattica ha la meglio. È il campo a dire l’ultima parola: non gli spalti, non il cuore.
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Nuove soluzioni, il Napoli non ha più nulla da perdere
E quindi una formazione nuova, una squadra che si difende con un 4-4-2 ordinato e imposta, invece, con una sorta di difesa a tre.Hysaj fa compagnia ai due centrali, Callejon e Ghoulam sono i due esterni. S’è già visto nelle galanti notti di Champions. Il lato inedito è l’attacco, composto in alcune situazioni da quell’albero di Natale che evoca reminiscenze dell’avventura milanista di Ancelotti. Mertens e Insigne dialogano nello stretto, Milik si offre come punto di riferimento. È una possibilità, per Londra, quella di vedere questo trio in attacco. D’altronde servono i goal, serve un Napoli che abbia corsa, fisico, fantasia: i due piccoletti in tandem, con Milik in avanti, offrono queste soluzioni. Serve un Napoli, soprattutto, che le tenti tutte: l’impressione è quella che gli azzurri, ora, non abbiano davvero nulla da perdere.
Così, però, in centrocampo sarebbe d’obbligo un sacrificio importante: Fabian, Allan o Zielinski? Il polacco potrebbe anche ricoprire ancora il ruolo svolto da Insigne ieri. Largo in fase difensiva, accentrato e stretto con Mertens quando si spinge.
Chievo galleggiante, con l’Arsenal serve altro
Indicazioni molto casuali, senza alcuno straccio di conferma. D’altronde quello con il Chievo è poco più che un allenamento, il Napoli trova davanti a sé un avversario che in campo galleggia: non pressa, non raddoppia, a tratti sembra soltanto aspettare il termine di quei 90′ d’agonia.
Con l’Arsenal servirà altro, serviranno ritmi decisamente più alti. A quelli, però, penserà l’andamento della partita e la disposizione dei Gunners. Sarà in grado, il Napoli, di adattarsi a ritmi alti provenendo da un campionato così poco motivante? Al campo la sentenza. Intanto, tre giorni per preparare minuziosamente la gara: quanto possono servire le risposte arrivate da Verona?
Vittorio Perrone