Napoli è una città che vive nell’eterna contraddizione e nella continua lotta tra luci ed ombre. Una città dove il bello e l’orrido resistono in perfetto equilibrio. Una città anomala, in un paese anomalo, una città che va presa così com’è, e che (sfortunatamente ndr) difficilmente cambierà.
Questi suoi contrasti portano spesso a creare pareri netti e discordanti tra loro. Napoli o la si ama o la si odia. Da Napoli o si viene amati o si viene odiati. In questi anni, un giocatore è riuscito ad essere amato e ad amare la città, a farsi “adottare” dai vicoli e dalle sue immense bellezze. Lui, in cambio, per la squadra che rappresenta non solo la città ma un intero popolo ha segnato la bellezza di 107 gol in sei anni.
Questo post in breve
Dries Mertens, come la città che lo ha accolto, è un personaggio anomalo, un belga che si è trapiantato nella cultura partenopea come meglio non si può. Ciro, come lo chiamano i tifosi azzurri, in questi sei anni ha vissuto Napoli ed i napoletani e lo ha fatto a modo suo. Con il sorriso e con la spontaneità, attraversando anche momenti complicati nei suoi primi anni all’ombra del Vesuvio.
Il continuo dualismo con Lorenzo Insigne stava rischiando di limitarne il potenziale. Nelle sue prime stagioni era visto solo come un subentrante, un giocatore che poteva cambiare in corso le sorti di una gara. Nel secondo anno del triennio sarriano poi, il caso e l’intuizione dell’allora tecnico azzurro lo hanno trasformato nel centravanti che non ti aspetti.
Un giocatore anomalo, perché difforme alle regole generali, che vogliono il centravanti fatto con determinate caratteristiche. Anomalo come la città che vive e che nelle ultime tre stagioni ha incantato con le sue giocate. Oggi compie 32 anni e ieri ha regalato la sua rete numero 107 al tifo partenopeo. Quest’anno ha accettato il dualismo con Milik, ha capito di non poter essere più lui il centravanti della squadra con Ancelotti.
Il Napoli però, anche quest’anno come accade ormai da tre anni, sta capendo di non poter fare a meno di lui per l’immediato futuro. Il Napoli di Ancelotti ha un obiettivo in questi anni, quello di provare a vincere un trofeo che manca da troppo tempo in bacheca. La vittoria gli azzurri non ce l’hanno nel DNA. Il Napoli non è mai stato una squadra vincente e un’ eventuale vittoria sarebbe ancora una volta un’anomalia.
Allora per provare a vincere, forse, questa squadra ha ancora bisogno di un ragazzo venuto dal Belgio, nato esterno che per un’anomalia è diventato centravanti e che forse in futuro potrebbe cambiare ancora ruolo.
Un attaccante anomalo per una città anomala, in attesa di vittorie che potrebbero essere straordinarie.
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RIPRODUZIONE RISERVATA ILARIO COVINO
Articolo modificato 10 Nov 2020 - 11:00