Non sono bastate false smentite e accuse anche pesanti: la notizia, purtroppo, era reale. Di una realtà che fa male come un pugno in pieno volto, di una realtà che spesso mostra il lato peggiore delle persone. “Speriamo che non succeda nulla al nuovo San Paolo”. A Fuorigrotta era tempo di progetti: bello il colpo d’occhio per ora parziale dei nuovi sediolini, belle le impalcature dei nuovi maxi-schermi. C’è un’aura di speranza, di una modernità che si affaccia anche sullo stadio di Piazzale Tecchio.
Ma la notizia, quella purtroppo vera di cui sopra, mostra un’altra drastica realtà: 12 faretti dei nuovi bagni della Curva A sono stati rubati. È successo tra la notte di domenica e la mattina di lunedì, con metodologie sicuramente non dilettantesche ma ancora poco chiare.
E se in un primo momento si è giocato alla corsa alla smentita, dopo la conferma dell’assessore Borriello l’evidenza è stata mostrata anche ai più scettici.
Ora è caccia ad un colpevole immaginario, che si dirama in uno scontro a fuoco sui social tra le due solite fazioni. I contestatori di De Laurentiis, che in casi del genere ha tutte le ragioni del mondo, avanzano. Gli anti per natura, indietreggiano.
Ma no, qui c’è un errore di fondo. E l’errore di fondo – succede solo a Napoli – è condurre analisi socio-geo-politiche su un’intera popolazione. Una popolazione che, inevitabilmente, esce sconfitta e con il capo chino ad ogni fatto di cronaca.
Una popolazione che spesso si piega alla logica di quattro delinquenti. Che sono in inferiorità numerica, ma sfruttano il vantaggio di una divisione interna tra i cittadini perbene. La delinquenza, a Napoli, è così radicata che è quasi accettata. Se ne potrebbero dire tante ma no, in questa sede nessuna analisi sulla popolazione. Solo degli inviti:
- Non si accusi De Laurentiis, che di verità, anche con toni rudi, ne ha dette.
- Non si accusino le curve: non sono stati interi gruppi di ultras a sradicare faretti per il valore di pochi euro.
Si accusi un gruppo molto ristretto di persone: i criminali che hanno rubato le luci. Sono in 4, 5, in 10 o 12 contro un popolo che intanto si divide in fazioni, in partiti politici, con puerili dispettucci e arringhe social. Sono in 10 contro nessuno. Ora no, ora c’è bisogno di un fronte comune: non è stata un’intera popolazione che tra città e hinterland conta più di un milione di persone. Sono stati in una decina, un’inferiorità numerica che nulla può contro una popolazione intera.
La gente perbene, quella che siede in curva con fratelli, amici e figli, quella che canta e esulta e che la città la difende per davvero, dovrebbe indignarsi. Individuare la feccia, esiliarla, estrometterla, denunciarla. Non solo in un ambito calcistico, ma in ogni ambito in cui la prepotenza di alcuni ricopre di vergogna un milione di persone.
Vittorio Perrone
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