Continua lo scontro a distanza tra Aurelio De Laurentiis ed il tifo organizzato. Tramite un comunicato diffuso nelle ultime ore sui social, il gruppo “Ultras 1972 Curva B” ha voluto mettere in chiaro quelle che sono le loro posizioni riguardo l’operato della società. Ecco il comunicato:
“Data la strumentalizzazione delle nostre azioni, vogliamo far chiarezza sui motivi delle nostre recenti proteste”.
“Le principali ragione di questa contestazione sono da ricercare nelle parole e nelle azioni del presidente Aurelio De Laurentiis, il quale non perde mai occasione di infangare Napoli ed i napoletani. Non siamo così ipocriti da dire che la nostra sia una città priva di problemi e contraddizioni, ma le sue sono accuse infamanti e colpiscono un popolo che dovrebbe ringraziare, piuttosto che denigrare”.
“D’altre parte, queste parole vanno a braccetto con le politiche societarie, mai tese a favorire una tifoseria che vive di passione! Tutto ciò ha causato un distacco tra il Napoli calcio e i napoletani, lo stadio vuoto ne è l’emblema. Non dimentichiamo che, fino a qualche anno fa, il San Paolo era sempre pieno e lottavamo in tutt’altri palcoscenici!”.
“Ciò che vorremo far capire ad ADL è che non è solo un capo di un’azienda: il Napoli rappresenta una città, una passione e ha una lunga tradizione. Egli sembra odiare Napoli ed i suoi abitanti, e ha più volte rinnegato la storia del nostro club”.
“La nostra vuole essere una protesta costruttiva, finalizzata a ristabilire un rapporto che appare fortemente incrinato. In tal senso pretendiamo rispetto per Napoli e la sua gente, inoltre suggeriamo:
– Maggiore sviluppo del settore giovanile, con la creazione di un centro sportivo degno di questo nome.
– Politiche societarie tese a favorire la tifoseria (campagna abbonamenti, prezzi dei biglietti consoni al nostro tessuto sociale).
– Allenamenti periodici a porte aperte.
– Presentazione della squadra in una piazza della città“.
“Qualsiasi altra iniziativa in questa direzione è ben accetta. Non chiediamo investimenti folli, ma di provare almeno a lottare quando c’è la possibilità. E di risvegliare il senso di appartenenza a questa città“.
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