Alfonso De Nicola, ex responsabile dello staff medico del Napoli, è intervenuto nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” sulle frequenze di Radio Marte. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Sto abbastanza bene, mi sto riposando, o meglio sto lavoricchiando. Non sono abituato ad andare in vacanza, mi piace lavorare e quando sei in vacanza forzata è strano. Ho aperto una struttura nuova ad Amorosi e così mi sono avvicinato un po’ a Napoli”.
“Perché sono andato via dal Napoli? Non ho litigato con nessuno, per natura sono uno pacifico e ora potrei dirlo. Devo ringraziare chi mi ha dato la possibilità di lavorare per una società così prestigiosa e che mi ha dato tanta notorietà; se ora mi intervistate, è perché ho lavorato nel calcio Napoli. Alla festa di Ancelotti siamo stati benissimo, non è stato quello il momento dell’addio. De Laurentiis capisce le situazioni ed ha capito che per Alfonso De Nicola era arrivato il momento di prendersi un attimo di riflessione per dedicarsi alle cose che ha imparato e capito stando nel calcio”.
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“Al presidente devo moltissimo perché ha sempre avuto fiducia in me ed è vero che sono arrivato in un’epoca in cui c’erano altri dirigenti, ma poi ci siamo conosciuti e mi ha voluto sempre tenere. Ora ha capito che avevo bisogno di riprendere me stesso. Ad esempio, gli ho sempre raccontato che mi farebbe piacere lavorare con i disabili perché un calciatore non muore di tendinite e c’è chi invece ha una patologia più grave e che ha bisogno di me. Per fare il medico di una società importante come quella del Napoli e se vuoi farlo bene, devi lavorare 365 giorni all’anno. Intanto, i miei collaboratori sono cresciuti e spero non ci sia mai bisogno di me. Abbiamo lavorato insieme 30 anni e per qualsiasi consiglio, sanno che ci sarò”.
“Caso spinoso risolto nel calcio Napoli? Quando fai il medico del Napoli i casi si risolvono, è molto raro che non si risolvono e un caso come Astori o Morosini per fortuna non mi è mai capitato. Ricordo il caso Pià: aveva un problema ad un ginocchio e in un’amichevole inutile prese una botta incredibile, un incidente bruttissimo con un portiere di una categoria minore e si fece male tantissimo. Noi avevamo bisogno di lui e non dormivo la notte perché il problema era complicato e si sarebbe risolto solo con un periodo di riposo molto lungo che non potevamo consentirci. Che successe con Zuniga? A 18 anni ebbe un intervento, una esportazione del menisco, in Colombia, operazione che oggi si cerca di evitare. Zuniga ha un carattere fortissimo e questo lo ha aiutato molto e quando arrivò a Napoli, non aveva nessun problema e la questione del rinnovo, arrivò dopo 5 anni perché era una promessa che il Napoli gli fece”.
“Napoli società con meno infortuni? Abbiamo analizzato le patologie che determinavano più indisponibilità nei calciatori nel campionato di calcio e abbiamo visto che la maggior parte (circa il 78%) delle indisponibilità domenicali dipendevano da problemi muscolo-tendinei e quindi abbiamo provato a prevenire studiando. In tutto questo però, è necessario che l’atleta sia allenato e portato quasi fino al limite”.
“L’anno scorso maggior numero di infortuni muscolari nel Napoli? Questo è anche un problema di diagnostica: molte volte il dolore muscolare il calciatore lo può sopportare, in altri casi invece è meglio fermarsi. Poi, ci sono allenatori che magari non ti fa giocare se non hai svolto un certo numero di ore di allenamento e infine il logorio non viene fuori subito per cui il tecnico che utilizza sempre gli stessi undici, può farlo perché il calciatore recupera in breve tempo, ma poi l’affaticamento viene fuori dopo anni. Come sta Milik? Stiamo studiano il motivo per cui ad un calciatore si rompe un legamento spontaneamente. Anche a me è capitato questo infortunio, ma a seguito di una botta in moto”.
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Articolo modificato 8 Lug 2019 - 14:52