Sta destando scalpore in queste ore la decisione della Lega di far giocare in contemporanea, nello stesso turno, Lazio e Roma in casa. Le due gare si giocherebbero a pochi giorni di distanza, nel weekend del 12 gennaio, ultima giornata del girone d’andata.
Il motivo di questa mancata alternanza? Al ritorno le due squadre non potranno giocare all’Olimpico, all’ultimissima giornata, visto che l’impianto capitolino sarà teatro della gara inaugurale dei prossimi Europei.
Le perplessità, però, nascono dalle due avversarie, nel weekend del 12 gennaio, di Roma e Lazio: Juventus e Napoli. Due gare ad altissimo rischio, tra i giallorossi e i bianconeri e tra i biancocelesti e gli azzurri.
180′ di tensione distribuit in un arco temporale di circa 3-4 giorni (al massimo). Riuscirà la pubblica sicurezza a mettere in atto un piano degno di prevedere l’arrivo nel giro di 72 ore di 2 tifoserie (e la presenza di altrettante) che non vantano rapporti idilliaci fra di loro?
L’eccezione riguarda i biancocelesti e i bianconeri, ma il rischio coalizione è forte.
Ammesso che le tifoserie arrivino: con ogni probabilità la trasferta sarà ancora una volta vietata a napoletani e bianconeri. Una toppa solo parziale, che non prevede l’arrivo di numerosi “infiltrati” in altri settori. Forse ancora più rischiosa, ideologicamente, sicuramente una sconfitta per il movimento calcio.
Di incidenti ve ne sono stati troppi, l’urlo di dolore per Ciro Esposito, assassinato nei paraggi dell’Olimpico oltre 5 anni fa, si sente ancora. Inter-Napoli dello scorso anno ha portato alla morte di Daniele Belardinelli. Serve un piano imponente, forse di più, per un weekend che si annuncia ad altissimo rischio. O semplicemente qualche modifica all’attuale calendario, un ritocco volto al meglio. Rischiare è un azzardo che lo Stato italiano non può permettersi: varrebbe davvero la pena?
In foto: gli scontri di San Siro del 26 dicembre 2018.
Articolo modificato 30 Lug 2019 - 18:16