È il minuto 62 e all’Allianz Stadium sembra non esserci storia. Il Napoli è in balia degli avversari, sotto 3-0 senza rendersi praticamente mai pericoloso dalle parte di Szczesny, se non per un tiro di Allan nel primo tempo.
Del Napoli colpisce, in negativo, tanto: mancanza di filtro a centrocampo, incapacità di creare trame di gioco che portino a pericoli reali, ma c’è un elemento che fa, se possibile, ancor più rabbia. La mancanza di cattiveria e di carattere. È come se, da quel contropiede di Douglas Costa che ha portato al gol di Danilo, gli uomini di Ancelotti abbiano sventolato bandiera bianca e si siano consegnati, indifesi, all’avversario.
Basta una scintilla, però. Un lampo, un colpo di testa di Manolas che riaccende una piccola fiammella, che la squadra di Ancelotti fa diventare un fuoco che arde la Juventus. 20 minuti di grandissimo Napoli, capace di fare 3 gol allo Stadium alla Juventus – non ne aveva mai fatti neanche due – e arrivato a un passo, anzi a una spazzata, dal conquistare un punto che avrebbe avuto lo stesso sapore di una vittoria.
Questo post in breve
APPROCCIO (ANCORA) NEGATIVO
L’approccio e la risposta alla prima difficoltà. A Firenze il Napoli aveva reagito più volte, trovando la via per rimettere in piedi una partita che sembrava essersi messa sui binari sbagliati. Contro la Juve è stato impossibile nel primo tempo, perché l’uno-due è stato quasi fatale. Ma fino al terzo gol di Ronaldo, Mertens e compagni non hanno neanche provato a dare filo da torcere alla corazzata bianconera. Ci sarebbe da chiedersi perché: troppo più in palla il centrocampo bianconero, rispetto a una coppia Allan-Fabian ancora fuori condizione? O semplicemente un po’ di timore di troppo dell’avversario?
SI RIPARTA DALLO STADIUM
La mazzata è forte, fa male, inutile negarlo. Riprendere una partita da 3-0, contro i nemici storici, e perderla per un errore – se vogliamo chiamarlo così – del proprio calciatore più rappresentativo farebbe male a chiunque. Figuriamoci se stiamo parlando di Juve-Napoli. Ma bisogna ripartire da lì, da quella convinzione, da quel coraggio, da quella voglia di fare qualcosa di storico e di impredicibile. Tre gol nella tana del nemico in poco più di un quarto d’ora, i campioni d’Italia messi alle corde e intimoriti, nonostante campioni del calibro di De Ligt e Higuain. Gli azzurri di Ancelotti hanno poche squadre da temere in questa stagione. Ma chi non l’ha capito, forse, è proprio il Napoli: che Torino sia una lezione importante.