Chi ha la ragione? A chi appartiene l’elemento decisivo di una contesa? Gli spogliatoi non sono pronti – e quindi la ragione è di Carlo Ancelotti e del Napoli – o lo sono – e quindi la ragione appartiene all’amministrazione comunale?
Gli elementi per avere una certezza mancano: troppe le campane ascoltate, troppe le versioni, troppe le immagini, troppe le contraddizioni con comunicati neppure troppo chiari. Dalla sfuriata di Ancelotti un universo di botte e risposte, con versioni spesso discordanti da entrambe le campane. La domanda spontanea è un’altra: c’è davvero una ragione, in questa contesa?
No, le scaramucce, i dispetti che nascondono dissapori separati e precedenti non godono del privilegio della ragione. Nulla di tutto ciò riguarda Napoli, il Napoli, il benessere di squadra e città. Nulla è fatto con l’obiettivo comune di migliorare un fiore all’occhiello della città, di potenziare le strutture, di lavorare insieme per incentivare la gente ad andare allo stadio e investire sul Napoli e Napoli. Le due campane si fanno i dispetti a mezzo social e non solo ormai da troppo.
Per quanto riguarda gli spogliatoi del San Paolo, società e amministrazione condividono le colpe. Per la pessima figura, ma non solo. Per non aver vigilato sullo stato dei lavori, per aver gestito male la vicenda sul piano comunicativo, con le scaramucce di cui sopra, per aver concordato il termine dei lavori per una data fin troppo vicina alla partita.
Per la gestione dei lavori che ricorda quella di un esame universitario a settembre: agosto in vacanza, per poi finire sui libri nei due giorni prima di presentarsi dinanzi al prof. Non che Napoli sia nuova al fare le cose alla bell’e meglio, al ridursi agli ultimi attimi disponibili.
Secondariamente: perché non sono intervenuti i dirigenti ma l’allenatore, che a tre giorni dall’esordio casalingo dovrebbe limitarsi alle questioni di campo? Certo, è Ancelotti, figura di peso e spessore. Ed è lodevole che si esponga in prima persona. Ma né il calcio italiano né la città di Napoli né il Napoli come società sono pronti per la figura del manager all’inglese.
Napoli vs Comune è una faida che riparte, si riaccende, a pochi giorni dalla firma di una convenzione che avrebbe finalmente messo pace e spazzato via le ombre. Dopo le Universiadi e il rifacimento del San Paolo: sembrava un miracolo di gestione. Era un’illusione. Le scaramucce ripartono e la ragione non è di nessuno: le colpe, invece, le condividono tutti.
Società, comune e tifosi: hanno perso tutti. Gli ultimi, però, sono le vere vittime.
Articolo modificato 12 Set 2019 - 22:40