Flavio De Martino, dirigente dell’area tecnica dell’ARU (Agenzia regionale Universiadi) , all’edizione odierna de Il Mattino ha parlato della questione Stadio San Paolo.
Le sue parole:
“I tempi sono stati rispettati, davvero non capisco. Non c’è nessun ritardo da parte nostra. Anche se in questo caso non c’ è un crono-programma ufficiale: abbiamo stabilito tutto assieme alla società sportiva con la quale abbiamo condiviso ogni dettaglio. Tutto sereno, fino a mercoledì sera quando Ancelotti ha fatto montare la polemica. C’è un dato incontrovertibile: il Napoli ha chiesto, in fase di realizzazione del calendario, di giocare in trasferta le prime due partite. L’ha chiesto proprio perché tutti sapevano che avremmo consegnato gli spogliatoi il 13 di settembre. Non so se Ancelotti lo sapeva. Ma la società azzurra era, ed è, al corrente di ogni dettaglio. Del resto in questo momento ci sono proprio operai mandati dalla società a montare le vasche per l’ idromassaggio.
Le parole di Ancelotti? Una risposta me la sono data, però non la dirò. Le riflessioni personali non hanno nessun valore. Dico solo che le parole dell’allenatore mi hanno procurato un grande dispiacere. A me e a tutto lo staff che ha lavorato in maniera encomiabile.
Lavori a rilento? Chi dice queste cose, evidentemente era su una spiaggia mentre al San Paolo si lavorava. Per non mancare il traguardo, al centro di agosto gli operai sono rimasti in cantiere anche la notte, altro che lavori a rilento. Abbiamo aperto il cantiere-spogliatoi il 31 di luglio. Alla fine delle Universiadi è stato necessario attendere i tempi di definitiva chiusura della manifestazione, di allontanamento delle strutture e delle persone collegate alle Universiadi. Dall’ ultimo giorno di luglio ad oggi non abbiamo mai smesso di lavorare. Forse proprio la decisione di realizzare le vasche per l’ idromassaggio, a cura del club azzurro, ha generato piccole difficoltà, ma niente di clamoroso, tant’è vero che i lavori si sono chiusi in tempo.
Io alle parole preferisco i fatti. Per me parleranno gli spogliatoi che saranno presentati ufficialmente al Comune, alla società azzurra e anche alla città. Quando tutti vedranno qual è lo stato della struttura, comprenderanno perché io sono così sereno. Ah, a proposito, forse la puzza di pittura ci sarà: ma se accetti di chiudere i lavori a uno spogliatoio il venerdì, magari ti aspetti che l’ odore della pittura sia ancora nell’aria nel giorno della partita”.
Articolo modificato 13 Set 2019 - 10:55