Hirving Lozano ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna di Repubblica.
“Chucky? Il personaggio aveva il volto un po’ rotondo come il mio, i compagni ai tempi del Pachuca, la mia prima squadra, mi affibbiarono questo nomignolo: nei ritiri mi divertivo a spaventarli nascondendomi sotto i letti.
Segno sempre al debutto, mi è capitato dovunque. Ma è stata una gratificazione solo personale. Guardo oltre e prometto che darò sempre il massimo: per il Napoli e per migliorarmi. Battere i campioni d’ Europa è stato emozionante, grande esperienza. Sapevamo già di essere forti, ma ora è aumentata pure la consapevolezza nei nostri mezzi: non è da tutti affrontare il Liverpool a viso aperto. Avevo parlato con Ancelotti in estate, poi sono arrivato e ho constatato che il Napoli è una grande squadra. Sono entusiasta di farne parte.
Milan e PSG? Ma il Napoli aveva in panchina Ancelotti e mi ha colpito la bellezza della città. Ho preso casa a Posillipo, vicino a quella di Insigne. Per ora ho visitato il centro, il lungomare: ho cinque anni di contratto e tutto il tempo per conoscerla.
Sono onorato di essere l’acquisto più costoso della storia del Napoli. È uno stimolo in più e mi spingerà a fare sempre meglio. Per vincere dovremo lavorare duro, dipende da noi. Avevo visto giocare i miei compagni solo in tv, ma da vicino li apprezzo ancora di più.
Ancelotti? Conoscevo già il suo percorso: è un allenatore super e ho scoperto anche una bella persona.
Serie A? Più veloce e tatticamente evoluto della Eredivisie olandese. Ci sono top club come la Juve e l’ Inter, nel complesso maggiore qualità. In Olanda sono stato bene, ero in famiglia. Ma avevo voglia di un’ altra avventura e con il Napoli mi aspetta un futuro brillante.
Lasciare il Messico da ragazzo è stato più difficile e doloroso. Avevo la famiglia e gli amici, il Messico è il posto in cui sono nato.
Il gol di Maradona all’Inghilterra è nella storia. Prendo Maradona anche io come idolo, pur non avendolo mai visto giocare dal vivo. Ma l’ ho studiato alla tv e so che Diego è stato un fenomeno. È normale che a Napoli lo adorino ancora, proverò a prenderlo come modello.
Ho sempre voluto fare il calciatore. Ho cominciato a 5 anni e sognavo vedendo le partite della Seleccion. La mia aspirazione era arrivare in un campionato al top e ora ho realizzato il mio sogno, grazie alla mia mentalità e a tanti sacrifici. Da piccolo ero un vero monello. Mi piaceva fare scherzi a tutti e per questo mi hanno soprannominato Chucky.
La storia della scossa a Città del Messico dopo il mio gol alla Germania me l’hanno raccontata. Sono rimasto a bocca aperta. È bellissimo che la gente in Messico sia così calorosa. Io nella vita sono un tipo molto tranquillo, sto tutto il tempo che posso in famiglia, cerco di aiutare in casa, anche in cucina
So che a Napoli c’ è il San Carlo, uno dei più belli del mondo. Appena possibile ci andrò.
Tatuaggi? Aspetto l’ occasione giusta, se il Napoli vince lo scudetto lo faccio”.