L’ex direttore sportivo, Enrico Fedele, ha commentato la gara tra Lecce e Napoli tramite il suo consueto editoriale de Il Roma. Ecco quanto evidenziato:
FEDELE LECCE NAPOLI
“Faccio subito una premessa. Quest’anno il campionato italiano è ristretto a otto squadre: Juve, Inter, Napoli, Milan, Roma, Lazio, Atalanta e Fiorentina. Sono queste le formazioni che non possono essere snobbate. Dico questo per sottolineare che partite come quella con il Lecce danno solo la possibilità al tecnico della squadra avversaria di poter mandare in campo i panchinari e soprattutto fare esperimenti tattici. E ieri Ancelotti si è dato da fare a tal punto da utilizzare gli altri giocatori della “rosa”, anche fuori ruolo.
Nel primo tempo abbiamo assistito a un cocktail tattico, con due pivot, che non mi ha certamente esaltato, soprattutto per la nullità di Milik. L’esperimento, però, ha fatto emergere una sola cosa già notata nell’incontro con il Liverpool: il Napoli ha trovato l’uomo di esperienza e di fisicità, che il sottoscritto in più occasione aveva sostenuto di acquistare in sede di calciomercato, di nome Llorente. Potrebbe essere il “vecchio” bomber spagnolo l’elemento determinante del nuovo Napoli per puntare in alto, molto in alto: è la iena dell’aera di rigore che ci voleva. Ma contro il Lecce ho registrato altre due note positive: Malcuit e Fabian Ruiz. Il terzino di fascia martellante e il centrocampista che giostrava sulla destra per poi accentrarsi e “sparare” il sinistro. Saranno questi due elementi che risulteranno “letali” per qualsiasi difesa avversaria.
Ma il 4 a 1 al Lecce ha anche confermato che non è il caso di esaltare i vari Elmas e Lozano, che prima di ambientarsi e farsi le ossa nel campionato italiano hanno bisogno di tempo. Diamo tempo al tempo, così come dobbiamo rassegnarci e renderci conto che Milik non è il campione che qualcuno ci aveva presentato tempo fa. Non è ancora in forma fisica? Io non ci credo. Credo, invece, con le dovute scaramanzie, che questo può essere l’anno del Napoli, cioè la stagione in cui tutto può girare nel verso giusto, vedi il fallo di mano segnalato dal Var e quel primo rigore, sbagliato da Insigne, fatto ripetere dall’arbitro”.
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