Alla fine le palle goal sono arrivate, il Napoli probabilmente avrebbe anche meritato il sorpasso, nel pomeriggio particolarmente denso di Ferrara. L’1-1 è solo una sconfitta celata dal punticino di consolazione. Addirittura, per molti versi, è soltanto una beffa maggiore, l’incompiutezza sbattuta in faccia da un semplice tabellino. Il goal, si diceva, sarebbe potuto anche arrivare: a Fabiàn Ruiz e al suo sinistro chirurgico ha detto no solo il palo. Nei 90′ complessivi, però, si vede altro. Si vedono i dubbi che il Napoli porta con sé, a casa, dopo il pomeriggio a domicilio della SPAL.
- IL GIOCO
La manovra del Napoli è lenta, macchinosa e spesso lasciata all’improvvisazione. Mancano non solo i movimenti, ma la capacità di mettere ordine in cabina di regia. Nessuno ha le caratteristiche giuste per impostare, specialmente quando lo sviluppo viene lasciato all’improvvisazione. Zielinski forse è l’unico in tal senso con le qualità per farlo, per cambiare passo. Ma al Mazza non ci riesce. Il solo a ridare brio e vitalità a una squadra che s’avviava verso l’anonimato è stato Fabiàn Ruiz. Con lui, arrivano le palle goal. Ma è più la sensazione che si trattasse di un guizzo, il suo mancino sul palo. La Spal, solida e organizzata, ha tenuto botta: più facile, improvvisando, sfruttare gli spazi aperti di un Salisburgo. Meno semplice trafiggere una Spal arroccata. L’unico vantaggio è che almeno in teoria il gioco del Napoli porterebbe tanti uomini a ridosso dell’area. Al Mazza, però, avviene pochissimo. Per il resto, c’è la confusione e l’incapacità di recuperare il pallone e coprirsi sulle ripartenze avversarie.
- UNA VITTORIA AVREBBE DAVVERO CAMBIATO TUTTO?
No, non è una questione di risultato: anche con una vittoria, anche con un guizzo al novantesimo, anche con il gap dalla Juve ridotto a 4 punti, probabilmente non sarebbe cambiato molto. I problemi sarebbero rimasti ugualmente quelli di una squadra con un potenziale altissimo ma che non sa imporsi e mostrare questa superiorità in nessun campo. Il Napoli ha un valore assoluto che è quattro volte la Spal, due volte il Torino, altrettante il Cagliari. Perché in campo la differenza di valori non si vede mai? È vero che le piccole sembrano molto più competitive rispetto agli altri anni, ma il Napoli si sta abituando a prestazioni scialbe. Un conto è l’incidente di percorso, un altro diventare habitué.
- PERCHÉ LLORENTE PER MERTENS E ZERO CROSS?
Perché per battere la Spal ci si è ridotti alla formula “palla al più alto” e poi, al povero Llorente, non è stato recapitato un solo pallone degno di questo nome? Perché, soprattutto, privarsi di Mertens e dei suoi guizzi? A Llorente, in difficoltà tra i ben strutturati difensori della SPAL, non è arrivato un cross anche per la mancanza di calciatori capaci di proporli. Di Lorenzo a sinistra perde sprint e potenziale offensivo, Callejon ci prova a più riprese senza neanche superare l’altezza del petto dei difensori avversari. Una domandina: Ghoulam, quando Malcuit si è infortunato? “Non è pronto”, dice Ancelotti. Intanto, terzini non ce ne sono: è emergenza.
Non ci sono solo dubbi, ovviamente, da Ferrara. Il risultato non sorride, la prestazione neanche. Però il materiale tecnico e umano per rialzare la testa c’è. Ma serve continuità, non picchi sporadici. Mercoledì c’è l’Atalanta, reduce dal 7-1 all’Udinese. Sarà una serata da mille e una notte? C’è l’aria, sicuramente, delle gare che contano. Quelle che non si possono proprio sbagliare.