Nel suo editoriale per TMW, il giornalista Tancredi Palmeri analizza il momento del Napoli, rivelando importanti informazioni sulle scelte future del club. Ecco quanto evidenziato:
“Questo ciclo del Napoli è finito, e non perché lo siano i giocatori, o perché l’allenatore non sia quello giusto, o perché la dirigenza abbia sbagliato. È finito perché è evidente che se si è arrivati a un punto di collasso simile, a un ammutinamento mai visto nella storia del calcio a questi livelli, a un atto così grave, vuol dire che ormai ci sono delle situazioni rotte che non si sanano più (e che ovviamente non giustificano l’ammutinamento).
Il quarto posto sarà difficilissimo, e in queste condizioni sarebbe difficilissimo anche il percorso in Champions: no, non tanto arrivare agli Ottavi, per quello serve solo uno sforzo in più in casa contro il Genk; ma che disdetta sarebbe se dopo tanti anni il Napoli finalmente avesse un sorteggio favorevole agli Ottavi, eppure ci arrivasse senza spirito di squadra (un po’ come successo alla Roma l’anno scorso contro il Porto).
Il Napoli dovrà ripartire nel 2020, e per questo ne partiranno molti, tanto più se non dovessero arrivare i soldi della qualificazione Champions, che in questo momento sembra ben più distante del -5 dal quarto posto, soprattutto per la capacità di squadra che stanno dimostrando Lazio, Roma e Atalanta.
Ecco i nomi di chi non ci sarà più: Allan, Callejon, Mertens e Insigne. Due dei quattro caporioni della rivolta, e gli altri due senatori. Callejon e Mertens non porteranno un centesimo in cassa perché svincolati (sempre che a gennaio non si capitalizzi), ma almeno porteranno a un risparmio totale di 14 milioni di stipendio lordo, che sarebbe necessario in caso di mancata Champions. E anche Allan e Insigne libereranno un altro tesoretto addirittura poco maggiore nel monte stipendi, ma soprattutto dovrebbero portare un incasso sui 90 milioni (se De Laurentiis non sarà troppo avido, ma a questo punto nemmeno gli conviene)”.
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Articolo modificato 27 Nov 2019 - 15:11