Napoli-Fiorentina dopo la vittoria contro il Perugia in Coppa Italia, doveva e poteva essere la partita della ripartenza, la partita che poteva ridare una speranza ad una piazza ormai spenta non solo dall’indecoroso spettacolo degli azzurri delle ultime settimane ma anche da tutte le polemiche che accerchiano lo Stadio San Paolo e la sua incomprensibile gestione.
NON È SOLO COLPA SUA
Gattuso chiamato per sostituire il padre putativo Carlo Ancelotti, sta riuscendo in un impresa unica, peggiorare lo score del suo predecessore. Ad oggi, l’ex allenatore del Milan, ha raccolto un bottino a dir poco misero, non per una squadra come il Napoli che ad inizio anno avrebbe voluto contendere lo scudetto alla Juventus ma anche per una provinciale che deve fare di tutto per arrivare alla salvezza.
Dal suo arrivo, l’allenatore di Corigliano Calabro, ha collezionato quattro sconfitte su cinque gare di campionato ed una sola vittoria fuori casa contro il Sassuolo, più la sopracitata gara contro il Perugia in coppa. Contro i viola inoltre è la sconfitta numero quattro di fila tra quelle che un tempo erano considerate mura amiche.
La squadra vista contro la Fiorentina è sembrata bloccata in sabbie mobili che ti tirano sempre più verso il basso, sia in classifica quanto nella testa. Le colpe di una situazione tanto paradossale non sono e non possono essere solo di Gennaro Gattuso, alla guida di questo gruppo da poco più di un mese. La spaccatura che divide squadra, società e pubblico difficilmente può essere sanata da un solo uomo e sarebbe anche ingiusto quindi addossare troppe colpe a chi in questo momento come piace dire lui, ci mette il suo bel faccione.
Detto questo però, il secondo allenatore stagionale del Napoli, non solo non sembra essere riuscito ad entrare nella mente e nel cuore dei suoi giocatori ma da anche l’impressione di trovarsi in una constante confusione tattica. Le scelte adottate ieri al San Paolo sono onestamente poco comprensibili.
GATTUSO-IACHINI 0-2
In una linea composta difensiva composta da quattro giocatori, il Napoli riesce nell’impresa di schierarne due fuori ruolo per non adattare il solo Hjsay sulla fascia sinistra. Il duo Luperto-Di Lorenzo regala la prima rete a Chiesa. Il difensore leccese poi nel secondo concederà anche la seconda a Vlahovic. Dopo la prima rete, si riporta il tutto ad una situazione quantomeno di normalità, con lo spostamento dell’albanese sulla fascia mancina e Luperto centrale.
I cambi però del secondo tempo sono forse ancora peggio dello schieramento iniziale. Allan viene sostituito per Demme dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa tornando direttamente negli spogliatoi ed in pochi minuti scopare il tento amato e predicato aver predicato 4-3-3.
Si ritorna al passato con un 4-2-4 alla disperata ricerca di una vittoria che non arriverà mai. Fuori Zielinski, dentro Lozano e sul finale esce anche Callejon (sempre troppo tardi) per Llorente a gara ormai compromessa. Un suicidio tattico nel quale il centrocampo di Iachini sguazza annullando tutte le “offensive” degli azzurri che si limitano ad uno sterile possesso palla al quale ci si sta tristemente abituando.
C’È BISOGNO DI TUTTI!
Il San Paolo naturalmente non gradisce lo spettacolo e per tutta la gara, “quando parla“, si lamenta, mugugna e contesta. Alla fine volano i fischi e Gattuso annuncia il ritiro voluto da quegli stessi giocatori che pochi mesi fa addirittura si ammutinarono contro la società per evitarlo! Una situazione tanto scellerata impossibile da spiegare e difficile persino da raccontare.
La ricetta per uscire da questa situazione non può essere affidata ad un solo uomo che con ogni probabilità lascerà Napoli tra pochi mesi. Per evitare il peggio ora, c’è bisogno di una passo indietro da parte di tutti. Società, squadra, allenatore e tifosi ora devono fare fronte comune per non dover raccontare un giorno una stagione che potrebbe restare negli annali, ma per i motivi sbagliati.
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ILARIO COVINO
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