Diego Demme non è un giocatore come gli altri. Del resto questo lo si capiva già dal fatto che lasciasse il Lipsia, primo in Bundesliga, per approdare in un Napoli in crisi nera. Scelta particolare, di cuore, senza guardare al palmarès.
Il metronomo del centrocampo azzurro
Diego è partito titolare contro la Lazio per la prima volta da quando indossa la maglia de Napoli. Si è preso le chiavi del centrocampo, iniziando a disegnare geometrie per fluidificare la manovra azzurra. Demme non è un regista classico, quello dei lunghi lanci millimetrici. Il calciatore italo-tedesco è un centrocampista totale. Ha impostato la manovra azzurra attraverso un fraseggio corto e rapido, che mancava terribilmente al Napoli. Quando c’era bisogno di accelerare era l’uomo giusto, quando c’era bisogno di rallentare la manovra, anche. Per rendere l’idea dell’efficacia dello stile di gioco del tedesco basta un dato: 88% di passaggi riusciti. L’ex Lipsia chiamava spesso palla ai compagni, poi con due tocchi la smistava nuovamente. Parola d’ordine: velocità, di pensiero e di esecuzione.
Un maratoneta davanti alla difesa
Con l’espulsione di Hysaj e l’uscita dal campo di Lobotka ha dovuto sobbarcarsi anche tutto (o quasi) il lavoro difensivo del centrocampo. Durante la fase di non possesso è diventato uno schermo davanti alla difesa del Napoli, senza perdere lucidità in fase offensiva. Ha avuto un atteggiamento da leader, da guerriero, lottando su ogni pallone fino al triplice fischio. Il centrocampista tedesco ha corso senza sosta dal primo all’ultimo minuto, come testimoniato dal dato della distanza percorsa. Demme infatti è stato il calciatore che ha corso di più tra le due squadre, con la spaventosa cifra di 13,1 km percorsi.
Diego Demme unisce le geometrie ed il fraseggio, con la grinta e la cattiveria agonistica. Qualità che, nell’ultimo periodo, latitavano pericolosamente al San Paolo.
Nicolas Iannone
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