Un giovanissimo tifoso del Napoli, durante la gara di domenica contro la Juve, nel pre-partita teneva per mano Fabian Ruiz sul campo da gioco ed indossava la maglia bianconera. La piccola mascotte, invece di salutare come tutti i bimbi, con una mano ha coperto il logo della Juve presente sulla maglia, con l’altra ha fatto segno di ‘no’. Questo gesto ha fatto scoppiare una polemica sul web, commentata in maniera negativa anche dai due giornalisti Giuseppe Cruciani e Giampiero Mughini i quali hanno deriso il piccolo azzurro dichiarando. “Al massimo può fare il parcheggiatore abusivo” sono state le loro parole.
Il papà della piccola mascotte ha risposto alle accuse dei due giornalisti tramite una lettera aperta affidata all’avvocato Sergio Pisani, che a sua volta l’ha fatta pervenire alla redazione de La Radiazza.
“Egregi Mughini e Cruciani sono il papà di quel piccolo birbante futuro ed inevitabile ‘parcheggiatore abusivo’ che abusando della sua spontanea esuberanza è inciampato nella viralità dell’ignoranza, unica genuina espressione di un’epoca digitale, madre di una cultura di massa che mai potrà favorire il progresso del genere umano. Ricordo un esimio giurista vissuto nello scorcio del diciannovesimo secolo che, cavalcando l’idea positivistica, figlia degenere del pensiero evoluzionistico, ritenne che il figlio del delinquente abituale non poteva diventare altro che un delinquente a sua volta. Gli eventi successivi declassarono le teorie lombrosiane ad una semplice deviazione della matrice darwiniana e ben presto furono dimenticate. Ma questa storia, cultori come voi siete la conoscete a memoria. Mio malgrado noto che larve di quella malattia continuano a sussistere anche al giorno d’oggi e quindi mi sento di suggerire alle popolazioni più esposte a questo virus di intervenire al più presto per evitarne il contagio.
Comprendo le esigenze del vostro lavoro, come comprendo la necessità che il gradimento sia il termometro del conto corrente di alcune categorie di professionisti; tuttavia sono aduso a credere che sia riprovevole creare un format di fortuna, o mantenerlo, speculando con generalizzazioni che non fanno assolutamente onore ad un popolo, quale quello italiano, che ha avuto la fortuna di avere una storia così elevata da essere il labaro della nostra identità.
Spero vogliate leggere in modo oggettivo questa mia risposta alle inutili offese da voi elaborate all’indirizzo di un piccolo bimbo, primo della classe, generoso e amato in modo incondizionato da parenti e amici che altro non ha fatto di male se non sfuggire alle indicazioni dei suoi genitori per affermare un proprio pensiero.
Buon lavoro a tutti e grazie dell’attenzione”.