L’idea iniziale è quella di incarnare un percorso fatto di “Fasi di ripresa”. Come quando si guarisce dalla febbre. Bisogna prestare attenzione ad ogni passo, riguardarsi da ogni possibile ricaduta.
Ed è questo lo spirito del primo tempo, in casa Napoli c’è l’entusiasmo tipico di tre vittorie consecutive. Così, almeno per la prima mezz’ora circa, gli azzurri riescono a dominare la partita. Ma si fa presto ad entrare in un clima di sconforto. Sconforto che si traduce in rassegnazione quando il Lecce reagisce e, con ben tre gol, si porta a casa la partita. Si sa, il calcio è capace di grandi scherzi.
La sconfitta suona come un campanello d’allarme che suggerisce il bisogno di lavorare ancora sui labili contorni di una difesa in condizioni non totalmente ottimali.
Suggerisce l’idea che qualcosa ancora non funziona, che l’ingranaggio a volte sembra essersi aggiustato, ma poi dimostra di bloccarsi ancora. Suggerisce che certi errori, nell’attuale situazione, il Napoli non può più perdonarseli. Suggerisce che “Al di là del risultato” è una dolce poesia che puoi permetterti di recitare se occupi i primi posti della classifica, non quando la zona Champions sembra un obiettivo ancora così lontano.
Più importante di tutto è il sudore versato in campo. Più importante di tutto l’amore, la passione e la vicinanza dei tifosi. Ma nella realtà più cruda, e agli occhi degli altri, sono i numeri a decretare chi sei. E i numeri ora parlano chiaro. Che sorte spetta a questo Napoli?!
Articolo modificato 15 Nov 2020 - 19:29