Umberto Calcagno, vice presidente dell’Aic, associazione italiana calciatori, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli e ha parlato del momento che sta vivendo il calcio italiano, a causa del Coronavirus.
Ecco le sue parole:
“Parteciperò al consiglio federale di domani e speriamo di arrivarci con le idee più chiare, c’è tanta confusione. I ragazzi hanno dato un esempio importante, positivo, ma come tutti quanti noi hanno la percezione del momento diverso da altri e da dove ti trovi. A Rimini ero il primo a minimizzare settimana scorsa, ma oggi la città è deserta.
Bisogna che si chiarisca bene quale sarà la parte dei calciatori. Devono dare l’esempio e lo stanno facendo, oggi mi chiedo ‘Quale sia l’esempio che devono dare i calciatori? Giocare o fermarsi?’. Anche il decreto è ambiguo e non ti da modo di capire come ci si deve comportare dato che alcune zone sono anche zona rossa e non si possono raggiungere o non puoi spostarti da lì.
Oggi è successo il contrario, molte delle partite in tv sono state seguite da persone che si riunivano in posti chiusi e quindi luoghi d’aggregazione, anche in zone rosse, con comportamenti che non sono corretti. Per questo non capisco il messaggio che deve lanciare il calcio.
Domani ci dovrà essere chiarezza. Noi lo sappiamo che il calcio è un motore economico, un’azienda italiana importante, c’è un gruppo di persone che lavorano, giusto salvaguardare, ma l’importante che ci sono le condizioni e i presupposti.
Ci stiamo giocando molto anche cosa è giusto fare nelle zone dove non sono ancora ritenute “rosse”. L’esempio giusto che sia anche altro nei confronti dei cittadini”.
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Articolo modificato 9 Mar 2020 - 15:43