ESCLUSIVA SN – Ceci, ag. Maradona: “Diego ama Napoli e viceversa. Sapeva che con Messi non l’avrebbero tradito”

CECI MARADONA – Stefano Ceci, agente e grandissimo amico di Diego Armando Maradona, ha partecipato ad una nostra diretta Instagram rilasciandoci alcune dichiarazioni in esclusiva. Ecco quanto rivelato dal manager del Pibe:

CECI MARADONA, LE DICHIARAZIONI

Ceci Maradona, capitolo Coronavirus

“A Dubai ci sono ancora pochi casi e pochi morti. Sono corsi ai ripari molto tempo prima, una settimana prima dell’Italia. Attualmente ogni luogo di assembramento di persone è chiuso. Dalle 8 di sera alle 6 del mattino non si può uscire. Di giorno si può uscire solo per andare al supermercato e in farmacia. Qui quasi tutti rispettano le regole, ci sono le giuste condizioni. La settimana scorsa hanno fatto una disinfestazione e hanno dato l’ordine di non uscire per due giorni. Chi ha trasgredito la legge è stato gravemente multato. Ci sono stati anche 100 arresti.

Maradona? Diego è in Argentina. Sta bene, non è in isolamento come dicevano, ma è rinchiuso in casa perché è un soggetto fortemente a rischio. Nella sua vita ha duramente messo il suo corpo alla prova e quindi non può rischiare nulla, giusto prendere precauzioni, come chiunque d’altronde. Diego ha chiesto ai più ricchi di ridursi gli ingaggi, in quanto gli stipendi in Argentina non sono come quelli che ci sono in Europa“.

Ceci Maradona, una storia incredibile

Ceci Maradona
Ceci Maradona

“Ho sempre sognato diventare amico di Maradona. Ho dato tanto per stare accanto a lui. Lavorare per lui è soltanto un premio della mia fedeltà verso di lui. Pensate che il mio cane si chiama Diego, mia figlia ha due nomi, Mara Dona.

Diego l’ho conosciuto nel 2000 perché da bambino mi ero prefissato di condividere tante cose con lui e diventare suo amico. Diego era a Cuba, un periodo buio per lui. Sono partito da Catanzaro per andare lì da lui, pur senza conoscerlo. Fu complicato avvicinarmi, ci sono riuscito tramite amici e contatti che avevo a Cuba. Diego ti accetta o non ti accetta e lì fui fortunato di arrivare fino a casa sua. Feci una foto, mi firmò la maglia. Dopo però non mi fermai e 15 giorni dopo mi ripresentai a Cuba facendogli sapere che volevo stare con loro. Feci una classica visita di cortesia per poi tornare da lui ancora dopo un paio di settimane.

Lì inizio la nostra amicizia, perché entrai a casa sua e nelle sue grazie definitivamente. Avevo anche una pizzeria a Catanzaro in cui c’era un museo di Maradona che raccontava anche una tappa della mia vita. Vivevo due vite parallele: ristoratore in una piccola città italiana e poi quella con Diego che mi ha portato a incontrare Fidel Castro o al Golden Foot, o alla finale di Champions League. Quando poi tornavo a Catanzaro tutti mi chiedevano di quello che avevo fatto“.

Maradona-Napoli, un rapporto mistico

Napoli? Il momento più bello della storia di Diego è stato proprio a Napoli. Si è formato dal punto di vista umano e calcisticamente è riuscito a realizzare un sogno per i partenopei. Diego è visto come un re, come un padre per tutti. Quando torniamo lì lo trattano tutti come uno di famiglia. Diego è rimasto legatissimo a Napoli. Quando si parla di qualcosa si finisce sempre a parlare dei suoi anni vissuti lì, sia dal punto di vista sentimentale che calcistico.

Oggi l’amore che Maradona ancora riceve dai napoletani non lo riceve in nessun altra parte del mondo, neanche in Argentina, nonostante lì sia un totem per tutti. Diego ci ha fatto vivere gioie incredibili che non abbiamo più rivissuto.

Allenatore a Napoli? Nel 2017 se ne parlò seriamente ma poi non se ne fece nulla per una questione di differenze caratteriali tra Diego e De Laurentiis. Ci sarebbe stata solo tanta confusione. Se la società, tuttavia, ci chiamasse per creare un progetto con Maradona lo valuteremmo sicuramente.

Tornare a riabbracciare i napoletani? Siamo stati più volte negli ultimi anni a Napoli e non è da escludere che lo faremo in altre occasioni“.

Che cos’è Maradona per gli argentini?

Non solo a Buenos Aires Diego ha ricevuto molto affetto. Anche a Rosario Maradona ha mandato in delirio una città intera. Diego calciasticamente non ha eguali in Argentina, nonostante Messi abbia vinto tanto. Per gli argentini il calciatore per eccellenza della loro Nazione è Maradona che sentiva più di ogni altra cosa la camiseta albiceleste.

L’Argentina è formato da un popolo che ha sofferto tanto e Diego ha avuto lo stesso amore dagli argentini, così come dal Boca che dal Napoli. La nuova dirigenza, tuttavia, del Boca Juniors non voleva omaggiarlo ed è successo un putiferio. Anche i tifosi si sono schierati dalla parte di Diego per omaggiarlo come idolo e la dirigenza si è organizzata di conseguenza“.

Messi al San Paolo

Diego sapeva che i napoletani non lo avrebbero tradito. Anche se c’erano tanti ragazzini fuori all’albergo del Barcellona ad osannare Messi, nello stesso tempo cantavano cori per Diego. Maradona viene omaggiato sempre con una bandiera in Curva B e Diego sapeva che i napoletani avrebbero fatto dei cori per lui quando Messi sarebbe entrato in campo. Un ennesima manifestazione d’affetto dalla gente di Napoli per Maradona. Diego ama Napoli e noi amiamo Maradona, così come lui è vicino a noi e Napoli e vicina a lui in questo momento difficile”

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GIUSEPPE ANNARUMMA

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