CALLEJON NAPOLI – Ormai sembra sempre più allontanarsi da Napoli e dal Napoli l’esterno spagnolo José Maria Callejon. Colui che per sette stagioni ha onorato la maglia azzurra sembra sempre più vicino all’addio, magari per accasarsi al Valencia secondo le ultime indiscrezioni. Oggi l’ha ribadito anche il Corriere dello Sport, nella sua edizione odierna. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
CALLEJON NAPOLI, ADDIO AD UN PASSO
“Mica s’è capito ancora cosa si nasconda in quell’uomo così «trasversale»: perché le ha fatte tutte (ma sul serio) e ha giocato da ala (oggi si chiamano esterni alti), da fluidificante (li definiscono esterni bassi), s’è inventato centravanti nell’emergenza e poi seconda punta e anche centrocampista. E mai un passo indietro, anzi, perché c’è stato un tempo, ormai sono sette anni, che gli è appartenuto per davvero“.
“È stato l’incursore di Benitez, il suo pigmalione, ma anche poi di Sarri; ed è divenuto l’equilibratore di Ancelotti, e a seguire di Gattuso, quando lo scatto si è lievemente appannato ma la testa mai. Però adesso che stanno cominciando a scivolare i titoli di coda. Perché umanamente certi cicli finiscono, il Napoli sente già la mancanza di José Maria Callejon“.
“Callejon è quello che arrivò tra la diffidenza, perché «riserva» nel Real Madrid, e quando Benitez lo presentò intuì subito che in quella frase c’era un assist e un’investitura. «Non lo conoscete ma vedrete, farà venti gol». Le
promesse, anche quelle del proprio mentore, non si disattendono e Callejon ci riuscì subito“.
“Ne ha segnati 80 di gol, ne ha fatti 76 di assist, e ci ha sempre messo qualcosa di suo, come se fosse un marchio di fabbrica, quella diabolica giocata che Allegri un giorno elogiò trascinando il calcio in una dimensione gioiosa (ma non per la Juventus, in quattro circostanze) della infanzia. «L’ho detto ai ragazzi, Callejon può farci male, perché lui si mimetizza come se stesse giocando a nascondino»“.
“Callejon ha riempito il suo settennato di intrusioni inaspettate, ha trasformato il suo normalissimo acquisto in un affare vero – otto milioni e
ottocentomila euro per strapparlo al Real – s’è vestito da attaccante (per cinque anni è andato in doppia cifra) ed è sistematicamente rappresentato la figura dell’altruista: il filantropo della fascia destra, capace di servire chiunque stesse al centro dell’area“.
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