CT BELGIO – L’ex CT del Belgio, Marc Wilmots, è intervenuto ai microfoni di Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” per parlare di Dries Mertens. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
CT BELGIO MERTENS
“Mertens così bene da punta centrale, se me lo aspettavo? La differenza è che nel Belgio avevo Benteke e Lukaku, uno che era bravo di testa e di sponda e l’altro bravo nella profondità. All’epoca Dries giocava esterno così come faceva anche nel Napoli ma non ho mai avuto dubbi sulle sue capacità di segnare e saltare l’uomo. Non a caso in allenamento, quando c’era il 4 vs 4 era spesso quello che segnava di più“.
“Azmoun farebbe al caso del Napoli? L’ho avuto in Nazionale 6 mesi, l’ho fatto giocare da trequartista centrale nel 4-2-3-1, così aveva più spazio arrivando da dietro. E’ uno che vive per il gol, ha fatto ottime stagioni, ha 23 anni e ora può passare a uno step superiore“.
“Delusioni col Belgio? La delusione fu uscire ai Mondiali del 2014 contro l’Argentina, anche se era un grandissimo avversario che arrivò in finale e noi eravamo la squadra più giovane della rassegna. Negli Europei del 2016 perdemmo 8 difensori prima della competizione, qualcosa che avrebbe messo in difficoltà chiunque”.
“E addirittura ci chiedevano di vincere la competizione, ci voleva un po’ di fortuna, e tra l’altro non tutti i giocatori erano nella giusta condizione di forma, anche per alcuni problemi avuti coi rispettivi club. Tuttavia, sono stati due buoni tornei per noi, in cui il Belgio ha acquisito esperienza e ora quel lavoro ha portato i frutti per il futuro“.
“Italia di Conte? Era una buona squadra, davanti c’era Pellè bravissimo di sponda, complessivamente era un’ottima squadra allenata da un allenatore che rispetto tantissimo. Prossimo fenomeno del calcio belga? Preferisco non fare nomi perché poi magari se cito qualcuno si impazzisce… Qualche anno fa però avevamo dei buoni giocatori nell’Under 17 tra cui Andreas Pereira, che ora gioca nel Manchester United e altri due che poi non sono esplosi tra cui Musonda. Tutto dipende molto anche dal lavoro e dalle scelte di carriera che si fanno, per esempio quella di Haaland è stata azzeccata”.
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