De Luca: “Deve intervenire il Governo, altrimenti dovremo ridurre i treni in arrivo dal Nord e mettere in quarantena”

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, di seguito quanto evidenziato dalla nostra redazione:

“Questo è l’unico campo in cui non si può sbagliare, non si possono commettere errori e poi correggere il tiro. Dopo un mese e mezzo di quarantena non possiamo sbagliare, il paese non reggerebbe. Mi hanno dipinto come un imperatore? Il vizio delle banalizzazioni caricaturali è duro a morire. Se Dio vuole salverò i miei polmoni dal Coronavirus, ma non il mio fegato dagli imbecilli. Analizzando i dati si nota che al Sud il contagio è stato contenuto, mentre al Nord dilaga ancora oggi in varie regioni: non si può dire che il problema sia passato nonostante alcune tendenze positive”.

“Senza il ruolo delle Regioni in questa epidemia, l’Italia sarebbe crollata. Le diverse posizioni erano relative alle diverse realtà da governare. Ci sono state polemiche fuori tempo e valutazioni sgangherate. Io non ho mai polemizzato con la Lombardia, da sempre abbiamo un rifiuto della contrapposizione Nord-Sud. Sta di fatto che il massiccio rientro dalle regioni settentrionali ci ha reso particolarmente difficile il controllo del contagio. Per questo motivo credo sia ragionevole evitare un ‘rompete le righe’. Io credo che debba intervenire il Governo: se non con l’obbligo di domicilio nel comune di residenza, almeno l’obbligo di permanenza nella regione di appartenenza per un determinato periodo. Altrimenti significa che dovremo ridurre il numero di treni in arrivo dal Nord, preparare controlli alle stazioni e mettere in quarantena chi proviene dal Nord senza motivo. Si tratta di semplice buonsenso, io confermo la mia stima per il mio collega Fontana e la mia solidarietà per la Lombardia”.

“In momenti come questi bisogna essere uomini: non fare ciò che è semplice o comodo, ma fare ciò che è ragionevole e in grado di tutelare il futuro di tutti noi. Ho avuto la sensazione di una sorta di crollo psicologico da parte di molti amministratori del Nord. È chiaro che il momento non sia semplice e che si faccia fatica a reggere l’onda di richieste di flessibilità”.

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