L’Ultras Alessandro Cosentino, appartenente al gruppo Fedayn della Curva B, ha rilasciato un’intervista al settimanale Offside di Metropolis. Tra i temi trattati le iniziative degli Ultras per aiutare le famiglie in difficoltà durante l’epidemia da Coronavirus e l’importanza del tifo a Napoli. Ecco quanto evidenziato:
“L’iniziativa ‘Quarantena azzurra’ come sta andando? Abbiamo raccolto circa 14mila euro e abbiamo già donato più di 7mila euro all’ospedale Cotugno. L’iniziativa è ancora attiva su gofundme, abbiamo coinvolto anche tanti ex calciatori del Napoli in una campagna di comunicazione sul web e sulla tv.
Il calcio a porte chiuse? Sarà terribile, ci mancherà il pre-partita, l’amicizia, il gruppo, passarsi il megafono, lo striscione, dare la pacca sulla spalla ad un amico che ha creato una bella iniziativa, l’abbraccio allo sconosciuto quando si gonfia la rete. Stavolta c’è questo maledetto virus, l’emergenza sanitaria ma l’attacco al nostro mondo parte da lontano”.
Cosentino Fedayn Curva B, il tifo a Napoli
“A Napoli poi la partita dura una giornata intera, non novanta minuti. Il San Paolo è caloroso quando è pieno, maestoso e tenebroso quando è vuoto, esprime un’enorme tristezza senza i tifosi. A Napoli noi facciamo la differenza, diamo tutto per quella maledetta maglia, il nostro vuoto non è paragonabile a quello di altre città. Potremmo essere un “pugno” se De Laurentiis la smettesse d’alzare i muri, si rischia di spegnere il fuoco della nostra passione.
Cosa sarà tornare allo stadio al termine dell’emergenza? Mi capita di pensarci, quando torneremo nella nostra curva sarà come quando ci siamo andati la prima volta, un’emozione fortissima, come quando riabbracci la tua fidanzata dopo tanto tempo”.