Cristiano Giuntoli si racconta. O meglio, ricorda. Un’esperienza unica, quella che l’ha formato. Cinque anni fa il Carpi da lui costruito otteneva una storica promozione in Serie A. Solo un mese e poco più dopo avrebbe firmato con il Napoli. Ai taccuini del Resto del Carlino, il ds del Napoli rivela:
“Mi sembra l’altro ieri. In mattinata ho ricevuto i messaggi e le foto di tanti di quel gruppo di ‘matti’, Castori, Canepa, il patron e il presidente. Un po’ di emozione c’è ancora, lo ammetto, a ripensare ad allora. E’ stata una storia incredibile. Per come abbiamo costruito la squadra è come se uno va a fare la spesa e prende del pane, ma nel sacchetto trova 15mila euro in contanti. Ho reso l’idea? Penso che quel gruppo assemblato e fatto crescere in casa con la maglia del Carpi sia valso sul mercato 70/80 milioni di euro.
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CRISTIANO GIUNTOLI RACCONTA IL SUO CARPI
Io vado indietro, penso a Sportiello e Laurini, a Memushaj che presi per 5 mila euro quando era all’Aosta. Gagliolo che lo vidi per caso mentre andavo a vedere Kabine. Inglese che ora vale 25 milioni, ma potrei andare avanti un’ora. Avevo fatto un calcolo: nelle gare giocate già nel primo anno di B con una sola punta avevamo una media di 2,10 a gara. A Bonacini dissi: se prendiamo 10 gol in meno dell’ anno scorso andiamo in A. Lui subito mi guardò male, ma poi…
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Tutti volevano i ’93 perché facevano al 100% minutaggio e ti portavano soldi. Il problema è che costavano una follia, l’Inter per un portiere del ’93 mi chiese 250mila euro. Così decidemmo di rinunciare a quell’introito ma aspettando l’ultimo giorno di mercato andai sui ’92, che nessuno voleva perché non portavano soldi. Presi Struna e mi regalarono Embalo, ma anche Gatto e Suagher. Poi toccò al portiere.
GIUNTOLI NAPOLI
Venni via da Livorno, dove avevamo giocato la prima gara, e alle 4 di notte arrivai a Milano per l’ ultimo giorno di mercato. Avevo l’ accordo con Belec che però scelse la Turchia. Per non restare a piedi fermai sia Gabriel che Kelava, meglio due che nessuno. Con 40 mila euro, grazie a Beppe Riso, ne presi due che avevano ingaggi da 600mila euro. Diciamo che andò bene. Le due vittorie con Vicenza e Bologna al ritorno, senza Mbakogu, ci diedero il via libera. Era una squadra fisicamente devastante. In B l’ ultima mezz’ora si gioca solo a pallonate e con i chili e i centimetri che avevamo noi non prendevamo mai gol.
Non potevo dire di no al Napoli. Bonacini fu eccezionale, non mi chiese nemmeno la penale che era prevista a contratto. Ci rimase subito male ma dopo capì, fra di noi è rimasta una profonda stima e amicizia, gli voglio bene. Seguo il Carpi in C? Certo, sta facendo una grande stagione. Stefanelli e Riolfo sono due scelte azzeccate, di quelle che solo Bonacini sa fare”.