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Il Ministro Spadafora lascia uno spiraglio aperto per la ripartenza della Serie A ma c’è ancora troppa confusione

RIPRESA SERIE A – Sulle pagine odierne del noto quotidiano La Gazzetta dello Sport è possibile comprendere una forte confusione in merito all’eventuale ripartenza della Serie A, fermata dalla pandemia Covid-19 da circa due mesi. Troppi fattori in ballo a pochi giorni dall’eventuale decisione finale sulla ripresa, e sono “tanti i galli a cantare” soluzioni, tutte troppo discordanti tra loro. Nel frattempo, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora lascia uno spiraglio aperto per la ripartenza, un barlume di speranza, che però va definito quanto prima se alimentare o meno. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

RIPRESA SERIE A, TANTI PARERI DISCORDANTI TRA LORO

La musica non cambia. Il rapporto fra ministro dello Sport e Lega di Serie A è una pedana di scherma dove si succedono stoccate a ripetizione. Spadafora non chiude tutte le porte, ma ora la ripartenza è uno «spiraglio». Meglio però che in Francia, nota lo stesso ministro, dove in un minuto del pomeriggio, il castello di carte del nuovo inizio della Ligue1 è stato spazzato via dalle parole del primo ministro Edouard Philippe“.

Il fatto è che ieri ai club si è unita anche l’Aic. I calciatori hanno denunciato una condizione a loro giudizio di «discriminati» chiedendo un cambiamento del decreto e la possibilità di allenamenti individuali dal 4 maggio. Spadafora ha risposto a stretto giro chiamando Damiano Tommasi: «Non c’era altra scelta dopo le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico»“.

Gabriele Gravina, presidente FIGC

In mattinata, Gabriele Gravina aveva provato a ricucire dopo il ping pong verbale della sera prima fra Lega e Spadafora. Il presidente federale ha chiarito che non c’era nessun accordo su una data per la ripresa del campionato, dando ragione al ministro. Stessa puntualizzazione fatta da Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori. Gravina ha parlato anche di «fughe in avanti dannose per il calcio italiano». Ma il presidente federale non molla, promette approfondimenti per l’8 maggio, si attacca allo «spiraglio» e va avanti“.

E poi se c’è la Francia che dice stop, Germania, Inghilterra e Spagna-i
campionati più grandi – vanno in un’altra direzione. Ma Michel D’Hooghe, presidente del comitato medico della Fifa, avverte: «Il mondo non è pronto
per il calcio agonistico, riparliamone a settembre»
“.

Per i club riavviare la macchina organizzativa solo per gli allenamenti non avrebbe senso. Ma c’è un’altra considerazione. I club di Serie A vorrebbero un interlocutore diverso per la rilevanza economica e sociale del calcio in Italia: il presidente del Consiglio. Conte si è occupato di sport aprendo agli allenamenti individuali il 4 maggio e di gruppo il 18 (ma il decreto ministeriale si ferma al giorno prima: e i club temono un altro rinvio)“.

Articolo modificato 29 Apr 2020 - 11:34

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Scritto da
Lorenzo Gentile