Sandra Zampa, sottosegretario del ministero della salute, è intervenuta ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli per parlare del protocollo del Cts in vista della ripresa degli allenamenti di squadra e di una possibile ripresa del campionato.
Inoltre, l’onorevole, parla anche dell’estate e del possibile ritorno in autunno del virus, del comportamento che si dovrà avere.
Ecco le sue parole:
“I cittadini italiani hanno reagito molto bene in questa fase, restano per tutti dei comportamenti da tenere in modo rigoroso, stare distanziati, usare la mascherina e i guanti, soprattutto se si utilizzano mezzi pubblici e sono assolutamente vietati gli assembramenti. Il finale di questa partita è nelle nostre mani. C’è stato un’allerta dell’Europa per un ritorno in autunno e dobbiamo fare in modo che questo ritorno non ci faccia richiudere tutto perché il paese non resisterebbe.
Mare? Domenica il Cts ha lavorato un protocollo delle riaperture delle spiagge. È una materia delicata, ci sono disposizioni rigorosissime, non so se sono già state mandate alle regioni. Se non ci sono comportamenti virtuosi si ritornerebbe alle chiusure. Secondo me sappiamo tutto cosa succede, abbiamo visto tutti come è iniziata, un piccolo focolaio in un posto piccolo come Codogno e da lì in poi abbiamo vissuto una tragedia, questo virus è pericoloso, si diffonde, sappiamo che non è sconfitto e non lo sarà fin quando non ci sarà il vaccino e questo non arriverà fino alla fine dell’anno, addirittura c’è chi dice nella Primavera 2021, ma sono ottimista per i tempi. Dobbiamo attrezzarci per convivere e stare attenti, dobbiamo pensare alla salute nostra e dei nostri cari, perché questo contagio si diffonde pur non sapendo di essere malati. Questo ci permette di tornare a mare, ci saranno delle regole più restrittive, ma facciamo in modo di tornare a respirare e nuotare.
Calcio? Le modifiche del Cts sono dettate da una necessità di mettere in sicurezza gli atleti, si fa in modo di non compromettere la loro salute e chi sta con loro. C’è la possibilità di mettersi avanti con i lavori per quanto riguarda gli allenamenti e mettere le premesse per riprendere il campionato. Si ricomincia così, ma già l’ho spiegato: i nostri atleti devono andare in ritiro una volta testati, con tutto il personale tecnico e stare in una sorta di bolla, al riparo da questa malattia. Ovviamente tutti i sani con sani restano sani, il virus non entra dalla porta o vola, ma il contagio viene solo da persona malata a persona sana dopo un contatto di 15 minuti.
Isolamento? È ovvio che devono stare isolate le squadre, devono incontrarsi solo se sono in perfetta salute. I 15 giorni servono a garantire la buona salute. Se uno si ammala, la quarantena scatta per tutti i suoi compagni e si deve di nuovo bloccare tutto. Questa sarà una grande responsabilità per loro, nel loro interesse e anche degli altri, per i posti di lavoro e per l’intero sistema.
Ottimismo per la ripresa? Si, c’è ottimismo, ma se una squadra è fuori perché qualcuno è infettato, viene bloccato tutto dato che senza una squadra non si può andare avanti.
Modello tedesco? Quando hanno iniziato c’erano 3 positivi, ora ce ne sono 12. Se non ti fermi tu, ti ferma il virus. Noi crediamo che si possa mantenere una condizione di salute con questo protocollo. Se dovesse emergere un positivo, tutti in quarantena, squadra e staff tecnico. Come ha detto Spadafora, i medici della società devono prendersi tutta la responsabilità del protocollo.
Le altre categorie? Questo parliamo solo della Serie A, ma so che il ministro Spadafora voglia aspettare un’altra settimana per conoscere la curva di contagi”.
Articolo modificato 12 Mag 2020 - 13:26